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"Opera Aperta", il padiglione-parabola della Santa Sede alla Biennale di Venezia 2025

Allestito nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, curato da Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti con Tatiana Bilbao e MAIO Architects, sarà visitabile dal 10 maggio al 23 novembre

"Opera Aperta", il padiglione parabola della Santa Sede alla Biennale di Venezia 2025
Scritto da Redazione The Plan -

Intitolato Opera Aperta, il Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia 2025 è «un cantiere, un processo in corso al quale tutti sono invitati a collaborare», come lo ha presentato il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. «Il nostro desiderio è che questo padiglione-parabola possa dare espressione concreta, nel campo dell’architettura, alle intuizioni profetiche contenute nell’enciclica Laudato si’ e diventare un laboratorio attivo di intelligenza umana e comunitaria».

Il Padiglione della Santa Sede alla 19ª Mostra internazionale di Architettura, che è stato presentato nel corso della conferenza tenutasi mercoledì 9 aprile in Sala Stampa vaticana, sarà visitabile dal 10 maggio al 23 novembre negli spazi dell’antico oratorio di Santa Maria Ausiliatrice nel sestiere di Castello.

Tatiana Bilbao Estudio. © Fernando Sanchez, courtesy lo studio


La curatela è affidata a Marina Otero Verzier, curatrice e ricercatrice, e Giovanna Zabotti, direttrice artistica di Fondaco Italia e già curatrice del Padiglione Venezia, che hanno collaborato con gli studi di progettazione Tatiana Bilbao Estudio di Città del Messico e MAIO Architects di Barcellona, entrambi caratterizzati da un impegno costante nella costruzione responsabile e cura collettiva.

Opera Aperta sarà infatti un laboratorio sperimentale, uno spazio sociale oltre che fisico, teso a promuovere il restauro e lo scambio culturale, proponendo una pratica viva di riparazione e cura collettiva, in un momento storico segnato da precarietà ecologica e consumo accelerato.

 

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MAIO Architects. Courtesy lo studio


Durante i sette mesi della Biennale, oltre ai contributi dei due studi di architettura, il padiglione ospiterà anche il lavoro collettivo di associazioni e realtà vive di Venezia, con l'obiettivo di creare un progetto aperto a tutta la comunità.

Tra le inziative che saranno proposte ai visitatori, una serie di workshop di restauro e riqualificazione curati dall’UIA - Università Internazionale dell’Arte, e una cucina comunitaria gestita dalla cooperativa NONSOLOVERDE. All'interno del padiglione, inoltre, il Conservatorio di Musica “Benedetto Marcello” metterà a disposizione delle sale prova con disponibilità di strumenti, accessibili nel fine settimana.

Il complesso di Santa Maria Ausiliatrice. Courtesy La Biennale di Venezia

 

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