All’interno del sedimentato insieme di tracce lasciate dal continuo processo di trasformazione del paesaggio, il progetto della Cantina Tenute Maestrale ridisegna un nuovo equilibrio. Sul margine settentrionale del territorio di Donori, nel Sud Sardegna, i terreni vitati si rapportano a colline e montagne, in un continuo cambio di pendenze caratterizzate da un incessante susseguirsi ordinato di vigneti e di uliveti, avvolti dalla silenziosa brezza del mare. Tra il disegno geometrico di questa intensa attività antropica e la sinuosità dei clivi si frappone una nuova forma che descrive il luogo nella sua essenza. L’edificio si inserisce nel territorio con discrezione, è un segno che identifica un confine e, al contempo, crea un collegamento visivo tra il sito e il paesaggio circostante generando una terrazza panoramica, che diventa punto di osservazione privilegiato sul Parteolla e sulle montagne del Gerrei. «Il progetto è stato concepito non come oggetto isolato, ma come estensione naturale del paesaggio agricolo preesistente» afferma Lorenzo Ciccu, cofondatore dello studio Spaziozero, e aggiunge «l’intento progettuale è stato quello di ridurre al minimo gli elementi architettonici visibili, con il risultato di un’architettura essenziale che si fonde con il paesaggio, pur mantenendo una chiara e propria espressione della sua funzione».
La cantina è difatti l’esito di una accurata ricerca sulla lavorazione delle uve, sulla essenzialità dei percorsi e delle connessioni tra le parti, al fine di rendere chiara la distribuzione degli ambienti e di creare collegamenti visivi e percettivi tra gli spazi di lavoro e di accoglienza dei visitatori.
In questo quadro, la stratificazione dei diversi livelli del progetto definisce l’articolazione funzionale della cantina: al livello inferiore vi sono la sala serbatoi, insieme alla barricaia per...
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