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"Ready Made" è il tema dell'Obel Award 2025

La settima edizione del contest, indetto dalla Henrik Frode Obel Foundation, si focalizza su ciò che già esiste, invitando i partecipanti a ripensare i modi di produzione, il valore e la rigenerazione

"Ready Made" è il tema dell'Obel Award 2025
Scritto da Redazione The Plan -

Come possiamo ripensare, reinterpretare e riutilizzare le risorse esistenti? È questo l'interrogativo alla base di Ready Made, il tema dell'Obel Award 2025, premio internazionale di architettura assegnato annualmente dalla Henrik Frode Obel Foundation, con sede a Copenaghen.

Lo scopo del contest, giunto alla settima edizione, è riconoscere e celebrare i progetti architettonici che favoriscono lo sviluppo sociale ed ecologico a livello globale, proponendo idee creative per affrontare i problemi urgenti del pianeta.

 

[Ready] – "pronto" all'utilizzo
[Made] – già "realizzato"

Un incontro della giuria dell'Obel Award © Ole Stenum, courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

La giuria dell'Obel Award si incontra per definire il tema del 2025. © Ole Stenum, courtesy of Henrik Frode Obel Foundation
 

Ogni anno, la giuria dell'Obel Award sceglie un argomento che mira a stimolare un dialogo su questioni attuali, ponendo attenzione sull’importanza e la fragilità delle nostre società e del nostro ambiente costruito. Nel 2024, il tema Architecture With chiamava i candidati a esplorare la distinzione tra partecipazione e co-creazione, concentrandosi sulla collaborazione con altre discipline e ambiti coinvolti nel processo di progettazione.

Quest'anno, Ready Made rappresenta un invito ad andare oltre le norme attuali per guardare a nuovi standard, con la scelta di materiali bio-based e l'utilizzo di risorse conosciute per la loro ampia presenza in natura, capacità di rinnovarsi ed efficienza in termini di emissioni di carbonio.

 

La giuria dell’Obel Award 2025

Nathalie de Vrie, presidente della giuria © Barbra Verbij, courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

Nathalie de Vrie, presidente della giuria. © Barbra Verbij, courtesy of Henrik Frode Obel Foundation
 

La giuria dell’Obel Award 2025 è composta da Nathalie de Vries (partner fondatore di MVRDV, Rotterdam), in qualità di presidente, Xu Tiantian (principal e fondatrice di DnA, Pechino), Aric Chen (direttore generale e artistico del Nieuwe Instituut a Rotterdam) e Sumayya Vally (fondatrice e principal di Counterspace, Johannesburg) e, new entry di questa edizione, Anne Marie Galmstrup (fondatrice di Galmstrup Architects, Londra).

 

Intervista a Nathalie de Vries, presidente della giuria, e Jesper Eis, direttore dell'Obel Award

Focus 2025: Ready Made Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

Una peculiarità dell'Obel Award è il fatto che la giuria stessa decide il tema annuale del contest. Come viene scelto il tema?

N.d.V.: Il tema non viene deciso a priori, ma nasce da una discussione che evolve in base al confronto tra i membri della giuria, all'attualità dell'architettura e alle intuizioni dei partecipanti alle edizioni precedenti del contest. Alcuni temi continuano a emergere: temi che magari non erano adatti l'anno precedente, acquisiscono una maggiore rilevanza l'anno successivo. È un modo per stare al passo con i cambiamenti, per assicurarci di affrontare le questioni più urgenti nel settore dell'architettura. Si tratta anche di riconoscere le tendenze in atto e decidere quali meritano di essere messe sotto i riflettori.Focus 2025: Ready Made Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

Può descrivere il processo attraverso il quale la giuria ha definito collettivamente il tema di quest'anno, Ready Made?

N.d.V.: Quest'anno siamo tornati all'idea di lavorare sull'esistente. È qualcosa che sta diventando sempre più dominante in architettura: ripensare i materiali, le condizioni, gli edifici, persino i processi di costruzione. Ready Made non si limita però al concetto di riutilizzo: si tratta di reinterpretare ciò che è già presente, di trovarvi nuovi valori e di ampliarne le possibilità. Ready Made sfida i candidati a vedere le risorse esistenti non come limitazioni, ma come opportunità per creare qualcosa di inaspettato, capace di avere una risonanza dal punto di vista sia estetico sia culturale.Focus 2025: Ready Made Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

Un'altra caratteristica distintiva dell'Obel Award è che non esistono categorie separate per i vari progetti. Quali sono le ragioni di questa scelta?

J.E.: Vogliamo lasciare spazio a soluzioni inaspettate, in grado di sorprenderci, a progetti che possono sembrare strani o essere considerati non convenzionali. Sebbene l'Obel Award sia un premio di architettura, non abbiamo una serie definita di criteri di ammissibilità o definizioni rigide di come un progetto debba essere correlato all'architettura in sé. Prendiamo ad esempio Seratech, i vincitori dell'edizione 2022 (tema: Emissions, ndr): non credo che abbiano mai immaginato di vincere un premio di architettura. Come scienziati esperti di materiali, impegnati nella decarbonizzazione di 4.000 cementifici in tutto il mondo, il loro lavoro trascende i confini tradizionali. L'abbattimento dei silos industriali è stata una priorità fondamentale per la giuria dell'Obel Award. Per queste ragioni, categorizzare i progetti o introdurre sottocategorie non sarebbe in linea con il nostro modo di pensare.Focus 2025: Ready Made Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

Quali sono le sue aspettative riguardo alle proposte che verranno presentate all'edizione di quest'anno?

N.d.V.: Spero di vedere progetti che ripensino davvero il modo in cui ci rapportiamo alle risorse esistenti. Le proposte più interessanti saranno quelle che trasformeranno qualcosa di familiare in qualcosa di completamente nuovo, progetti che ci mostrano un modo diverso di guardare ai materiali, agli spazi o alle strutture. L'architettura non è solo sostenibilità in senso tecnico: è anche narrazione, significato. Mi piacerebbe vedere progetti che colgano questa idea per declinarla in modi che non abbiamo mai visto prima.

J.E.: Speriamo di essere sorpresi, o addirittura sfidati, da come il tema viene interpretato e tradotto in un progetto. La giuria, nella sua dichiarazione, descrive Ready Made come qualcosa di «pronto per essere utilizzato e/o già realizzato», e noi accogliamo con favore le idee che spingono oltre, ridefiniscono o espandono questo concetto. Sarebbe entusiasmante vedere progetti che sfidano le nostre percezioni e ampliano la portata di ciò che può significare Ready Made.Focus 2025: Ready Made Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

 

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Obel Award Trophy - Work of Art by Tomás Saraceno Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

Il trofeo destinato al vincitore dell'Obel Award, opera dell'artista Tomás Saraceno. Courtesy of Henrik Frode Obel Foundation

 

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