Dal 10 maggio 2025, il Padiglione degli Stati Uniti ai Giardini della Biennale apre le sue porte con PORCH: An Architecture of Generosity, un progetto che esplora la veranda americana – il "porch" – come spazio di accoglienza, scambio civico ed espressione culturale. La mostra si inserisce nel tema generale della Biennale Architettura 2025, Intelligens: Natural. Artificial. Collective, curata da Carlo Ratti. Il progetto è stato sviluppato da un team multidisciplinare composto da Marlon Blackwell Architects, Stephen Burks Man Made, D.I.R.T. studio e TEN x TEN.
Organizzata dalla Fay Jones School of Architecture and Design dell’Università dell’Arkansas, in collaborazione con DesignConnects e il Crystal Bridges Museum of American Art, PORCH è co-curata da Peter MacKeith, Susan Chin e Rod Bigelow. Il progetto trasforma il Padiglione in una veranda contemporanea, realizzata con legno massiccio prefabbricato e terra battuta di provenienza veneziana, ospitando opere d’arte, oggetti selezionati, arredi generosi e una piattaforma ombreggiata pensata per il dialogo e l’incontro.
Il porch, nella cultura abitativa statunitense, è più di una soglia: è un’estensione domestica aperta al vicinato, un interstizio tra l’intimità della casa e lo spazio collettivo della strada. PORCH recupera e reinterpreta questa tipologia architettonica come modello per un'architettura più generosa, pensata non solo per contenere ma per accogliere. Il Padiglione si presenta così come una struttura permeabile, dove l’architettura invita all’incontro e si fa strumento di prossimità.
Fulcro del progetto è la coralità dei contributi: una open call nazionale ha selezionato 54 partecipanti da tutto il territorio statunitense, chiamati a proporre la propria interpretazione del porch come spazio fisico, sociale o simbolico. Ogni contributo – che sia un modello, una storia, un’immagine o un oggetto – diventa una “finestra” su un possibile modo di abitare il confine tra individuale e collettivo. Ne emerge una geografia affettiva e politica dell’architettura americana, fatta di prospettive plurali, territori eterogenei e pratiche intergenerazionali.
Ad arricchire la mostra, una sezione documentaria traccia una genealogia del porch nell’immaginario culturale e urbanistico degli Stati Uniti, restituendone la complessità storica e simbolica. Accanto, PORCH: A Library raccoglie testi, narrazioni e riflessioni che spaziano dalla storia dell’architettura alle scienze sociali, ampliando il campo della ricerca oltre i confini disciplinari.
Il progetto guarda anche al futuro: al termine della Biennale, parte dell’allestimento sarà donato e riconvertito in strumenti didattici per le scuole italiane, estendendo nel tempo la portata educativa e civica dell’iniziativa.
A scandire il calendario espositivo sarà PORCH Fest, un ciclo di eventi pubblici – letture, performance, conversazioni e workshop – che animeranno il Padiglione in quattro momenti dell’anno, trasformandolo in uno spazio civico attivo. Più che una semplice installazione, PORCH si configura come luogo vissuto: pensato per essere abitato, attraversato, condiviso. Un progetto che rifiuta l’idea del padiglione come contenitore neutro, per farsi invece piattaforma di relazioni e intelligenza collettiva.
Photography by Tim Hursley, courtesy of "PORCH: An Architecture of Generosity" Organizers