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La Torre Velasca si riscopre

Liberato dai ponteggi, il grattacielo torna a mostrare i suoi colori originari

Asti Architetti

La Torre Velasca si riscopre
Scritto da Redazione The Plan -
Ha partecipato al progetto Mapei

Pian piano ha iniziato a liberarsi di quella rete molto stretta che l’ha tenuta ingabbiata per mesi e mesi: la Torre Velasca di Milano, uno dei simboli dello skyline della città a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, ha infatti cominciato a disvelarsi nuovamente con le sue tonalità cangianti al mutare della luce, tra il rosa e il grigio, riemergendo dai ponteggi e dai tendaggi. Questi hanno cominciato a essere smontati nei giorni scorsi, per proseguire via via fino alla fine del mese di settembre.

Progettato dallo studio nato nel 1932 BBPR – acronimo degli architetti fondatori Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers – nel secondo dopoguerra, per oltre sessant’anni questo grattacielo di 106 metri d’altezza non è mai andato incontro a lavori di ristrutturazione, di risanamento e di manutenzione; lavori di restauro che sono stati intrapresi negli ultimi anni grazie al progetto, nel rispetto dell’immagine originaria, dello studio Asti Architetti di Paolo Asti. Ci sono voluti, per l’esattezza, più di 24 mesi di progettazione, 18 mesi di lavori, di analisi materiche e di studi documentali storici per arrivare fino a qui e, come precisato anche dai protagonisti degli interventi, non si è ancora arrivati alla completa conclusione. A fine settembre 2022 dovrebbe terminare appunto lo smontaggio delle impalcature esterne su tutti e quattro i lati della Torre Velasca, mentre i lavori al suo interno, sempre su progetto di Asti Architetti, dovrebbero proseguire e concludersi entro il 2023. Interventi, tanto all’esterno quanto all’interno, legati dal comune denominatore di un rispetto dell’esistente, delle originarie caratteristiche e delle volontà spaziali dei primi progettisti.

«La mia storia professionale si sviluppa sostanzialmente proprio sull’esistente, nel contesto estremamente stratificato della città storica – ha sottolineato Paolo Asti –: il mio lavoro prende l’avvio sempre da una preesistenza. In questo caso la preesistenza è l’espressione dell’essenza stessa della rinascita architettonica (e non solo) della Milano del dopoguerra, una responsabilità importante che mi riempie di orgoglio e di stimolo a restituire alla città il suo gioiello, riportandolo agli antichi fasti».

 

Gli interventi esterni e interni

Torre Velasca, Asti Architetti ©Giacomo Albo, courtesy of Asti Architetti

Completata nel 1958 e mai andata incontro per tutti questi decenni a lavori di manutenzione e di riqualificazione, la facciata della Torre Velasca si è nel tempo deteriorata, presentandosi all’avvio del risanamento con una profonda perdita anche della bellezza dei suoi colori mutevoli e peculiari. Per riuscire a restituire all’edificio la sua tonalità originale e autentica, il team di lavoro – composto dallo studio Asti Architetti in collaborazione con lo studio CEAS per i lavori di risanamento delle facciate, con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano e con Hines in qualità di development manager – ha condotto analisi scientifiche materiche sull’intonaco, studi sul campo, ricerche storiche documentali e ha recuperato testimonianze per ripristinare tutti gli elementi che costituiscono la facciata. L’intonaco individuato è stato successivamente studiato con Mapei, così da creare un legante ad hoc che, proprio per questo, ha preso il nome di legante Velasca: la sua prerogativa è quella di essere in grado di restituire quel particolare colore rosa-grigio originale ricercato. Tuttavia è bene sottolineare come il lavoro di restauro delle facciate non sia stato unicamente di natura estetica e architettonica, ma anche di consolidamento strutturale.

Un analogo rispetto del progetto originario ha riguardato il rinnovo degli interni, così da preservare il senso di funzionalità e il susseguirsi di spazi adibiti ad attività commerciali, uffici e abitazioni con logge, guardando verso una direzione di maggior sostenibilità, di sicurezza e di vivibilità.

 

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Un po’ di storia della Torre Velasca

Torre Velasca, Asti Architetti ©Giacomo Albo, courtesy of Asti Architetti

Progettata dallo studio BBPR, la Torre Velasca è stata costruita negli anni Cinquanta al centro di un vasto comparto edilizio con vecchie abitazioni quasi completamente distrutte dai bombardamenti del 1943. La sua realizzazione è stata frutto di una lunga trattativa con la municipalità per via di un diverso piano urbanistico, il quale alla fine ha lasciato spazio a questo grattacielo ancora oggi simbolo della città e alla sua piazza. A farne un’icona è senz’altro la sua forma a fungo, ovvero al suo alto fusto ritmato da chiaro-scuri e finestre con coronamento superiore di sette piani, sostenuto da pilastri trilobati disposti a mensola. Alla base, invece, a livello dunque della piazza, una galleria come parte integrante del progetto e arredata con elementi appositamente disegnati allora dallo studio BBPR, come le panche in trachite a integrazione dell’illuminazione pubblica data dai lampioni in profilato metallico color amaranto scuro.

 

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Una tradizione che oggi viene ripresa: le parole di Paolo Asti

Torre Velasca, Asti Architetti ©Andrea Cherchi, courtesy of Asti Architetti

«Il progetto è caratterizzato dalla considerazione dell’immagine d’insieme della Velasca, nell’intento di identificare le funzioni ricercate della committenza, riservando una particolare attenzione alla definizione del complesso edilizio, alle tipologie e ai caratteri architettonici delle unità interne di uffici e abitazioni – ha concluso Paolo Asti –. Questi diversi aspetti erano già stati studiati dagli architetti dello studio BBPR e messi a punto in tutti i dettagli, in connessione fra loro. Ogni unità è diversa dalle altre, sia negli uffici, sia nelle residenze, sia nelle unità commerciali ai piani base, rispecchiando la varietà compositiva delle facciate, lo studio degli interni, la distribuzione, il rapporto tra interno ed esterno, gli arredi fissi, i materiali di finitura e i colori».

 

 

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Credits

Location: Milano, Italy
Architects: Asti Architetti
Owner and developer: Hines Italy
Façade: CEAS
General plant: ESA Engineering
General Contractor: Ars Aedificandi – Villa d'Adda (BG)
Renovation Façade: Gasparoli – Gallarate (VA)
Suppliers: Mapei (legante Velasca)
Photography by Andrea Cherchi and Giacomo Albo, courtesy of Asti Architetti and Hines Italy

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