Nel centro di Bologna, in via Cesare Battisti, l’ex chiesa di San Barbaziano torna a vivere grazie a un attento intervento di restauro firmato dallo Studio Poggioli, fondato nel 2015 dai fratelli bolognesi Federico e Caterina Poggioli. Il progetto, promosso dalla Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna, si distingue per la volontà di preservare l’identità storica dell’edificio, accogliendone le trasformazioni e valorizzandone le ferite lasciate dal tempo.
Invece di inseguire una ricostruzione fittizia, lo Studio ha scelto di mettere in risalto la condizione di rovina urbana, mantenendo intatti i segni del passato e restituendo al pubblico un’architettura capace di raccontare la propria storia con autenticità.
San Barbaziano è un edificio dalla storia lunga e stratificata. Nato nel 1608 su progetto dell’architetto Pietro Fiorini, ha attraversato secoli di trasformazioni, cambiando volto e destinazione d’uso più volte. Nell’Ottocento fu adibito a fienile, in seguito a magazzino militare. Dopo essere stato danneggiato da un incendio nel 1922, tra gli anni Sessanta e il 1994 ospitò prima un’officina meccanica e poi un’autorimessa.
Il restauro, avviato nel 2019, è stato preceduto da una scrupolosa analisi storica e materica, condotta attraverso lo studio degli archivi e un’attenta lettura delle superfici e dei materiali. La scarsità di fonti iconografiche ha portato alla scelta di non perseguire un ripristino storico arbitrario, ma di valorizzare l’essenza della rovina, lasciando emergere le trasformazioni e le sottrazioni operate nel tempo.
Alcuni segni del passato sono ancora oggi visibili sulle pareti interne: scritte e disegni colorati, probabilmente risalenti al periodo in cui l’edificio era abbandonato, creano un affascinante dialogo tra la rovina storica e le tracce spontanee della street art.
I materiali scelti – Cor-Ten, ottone brunito, laterizio e pietra arenaria – si accordano tra loro in un raffinato gioco di tonalità, studiato per restituire l’anima originaria della chiesa. Le nuove finestre, tutte diverse per forma e dimensione, disegnate con profili essenziali, aprono lo spazio verso l’esterno e richiamano, con discrezione, l’impronta industriale delle sue ultime destinazioni d’uso.
Il grande portale vetrato, posto all’ingresso principale, accoglie i visitatori in modo scenografico grazie a un sistema di apertura flessibile – parziale o totale – e a una soglia definita da lastre triangolari realizzate su disegno dello Studio Poggioli.
Anche l’ingresso secondario, con il suo portale monolitico in ottone brunito e gradini che sembrano emergere dal suolo, diventa un invito alla scoperta, come uno scrigno che cela il proprio contenuto.
I portoni, inseriti nelle diverse aperture, sono caratterizzati da un maniglione verticale in ottone brunito, al cui interno è integrato un sistema di illuminazione: un segno contemporaneo che si confronta con le superfici materiche e irregolari dell’edificio, accentuandone la profondità.
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Location: Bologna, Italy
Architect: Studio Poggioli
Principal Architect: Federico Poggioli, Caterina Poggioli
Client: Musei Nazionali di Bologna – Direzione Regionale Musei Nazionali Emilia- Romagna
Main Contractor: Alchimia Laboratorio di Restauro
Structural and Safety Consultant: Ing. Carlo Baldetti
Photography by Alessandro Saletta-DSL Studio, courtesy of Studio Poggioli
Cover image ©Alessandro Saletta-DSL Studio