Location: Borca di Cadore, Italy
Architect: Edoardo Gellner
Client: Eni
Wooden Floors: Fiemme Tremila
Photograpy by Luciano Paselli
Shooting Art Direction by Anna Quinz
Courtesy of Fiemme Tremila
«Cerchiamo di essere più “naturali” che “razionali” e il paesaggio italiano ne guadagnerà; e ne guadagnerà di forza e di espressione il volto del nuovo insediamento». Ne era fermamente convinto l’architetto Edoardo Gellner, un approccio, questo, che ha applicato anche e soprattutto all’ex Villaggio Eni a Borca di Cadore. Oggi, a distanza di 70 anni dalla sua progettazione, è vero più che mai. In questo 2024, infatti, il progetto spegne 70 candeline, con la sua antica colonia estiva riservata ai bambini, le case, le strutture ricettive, il campeggio e la chiesa ideata insieme a Carlo Scarpa. Un progetto che all’epoca della sua realizzazione ha dato vita a un paesaggio nel paesaggio e che ancora oggi potrebbe avere grandissime potenzialità per un uso comune dei residenti e dei turisti. È stato un progetto sociale, urbanistico, oltre che architettonico, che ha saputo davvero incarnare la visionarietà di Enrico Mattei.
Come detto, l’obiettivo di Gellner, infatti, è stato quello di «non sopraffare»: a determinare la posizione degli edifici, la loro conformazione e le modalità costruttive sono stati dunque il bosco circostante e l’ambiente tutto. Oggi si può constatare come, pur con la presenza dell’architettura, la natura sia riuscita a diventare rigogliosa come, probabilmente, mai altrove in così poco tempo.
Settant’anni fa, nel 1954, l’individuazione dei 200 ettari di terreno su cui costruire e, successivamente, ospitare le vacanze di circa seimila dipendenti Eni. Ora come allora, su Cortina d’Ampezzo – a pochi chilometri di distanza – i riflettori puntati sulle Olimpiadi. Gellner scelse una zona alle pendici dell’Antelao che ai più sembrava solo una pietraia, ma che oggi, proprio grazie alla presenza di questo villaggio turistico, è popolata da un bosco rigoglioso. Il progetto di Gellner, infatti, fu totale: enorme per dimensioni e complessità, minuto nella cura dei dettagli. Dal paesaggio all’assetto urbanistico, dall’uso gioioso del colore alle docce per i bambini regolabili in altezza, da arredi che diventano giocattoli fino all’ultimo dei porta bicchieri, tutto è stato progettato con cura. La rete energetica venne interrata.
Gellner e Mattei, in altre parole, riuscirono a costruire un ecosistema ambientale e sociale, oggi purtroppo parzialmente abbandonato, dove è l’azione dell’uomo a migliorare la vita della natura. Un esempio storico di come questo sia possibile e perseguibile a ragione.
Nel tempo, è stato sempre il paesaggio a ispirare le ristrutturazioni. Una delle villette, per esempio, oggi privatizzate, è stata riqualificata con la passione dei proprietari per la filosofia e le forme del villaggio: dal 2020 hanno iniziato una ricerca di arredi originali per ripristinare il più possibile l’integrità degli interni di Gellner, con poche concessioni dettate dalle moderne esigenze dell’abitare. Con coerenza rispetto all’eredità arrivata fino ai giorni attuali, hanno scelto per esempio il legno biocompatibile di Fiemme Tremila per i pavimenti. Un larice, come larici sono gli alberi che circondano la casa: nodi marcati e fiammature brunite che esaltano la luminosità tipica degli interni domestici progettati dell’architetto per il comfort dei dipendenti di Mattei.
Oltre alle ristrutturazioni, la vitalità odierna del luogo è merito anche di diverse associazioni attive in loco, a partire da quella dedicata proprio a Edoardo Gellner o Dolomiti Contemporanee. Talk, eventi, incontri rendono tuttora l’ex Villaggio Eni un luogo vivo.