L’alto senso del decoro

Guido Piovene vedeva la campagna veneta come un “manto molle”, brumoso e caldo che scandisce i ritmi di una vita contadina ancestrale. Un manto punteggiato di città, come la sua Vicenza, la cui personalità non era poi molto dissimile dalla campagna circostante. Palladio aveva messo a punto un classicismo rurale unico, fatto di edifici aulici ma morbidi, per nulla supponenti, tanto da essere in armonia con il manto molle della campagna che li circondava. In definitiva Palladio aveva compreso che esisteva una magica linea che congiungeva il classico con la campagna, una linea analogica misteriosa che sarà compresa dal mondo anglosassone. Piovene rimarrebbe stupito da come il territorio veneto è cambiato dai suoi tempi. Al manto molle brumoso della campagna si è sovrapposto un manto trapuntato da una serie pressoché infinita di industrie di dimensione medio piccola che hanno dato vita a quella che è stata definita “campagna urbanizzata” o “città diffusa”.

Ciò non vuol dire che la campagna sia scomparsa, ma semplicemente si è contaminata con le altre attività produttive installando un vero e proprio modo di vita in cui terreno e produzione sono profondamente legati. Il nord-est italiano industriale, come noi lo conosciamo oggi, nasce e si sviluppa a ritmi elevati negli anni Ottanta. Ciò che è cambiato da allora è la qualità della produzione. Le diverse crisi che si sono succedute hanno ingenerato infatti una sostanziale selezione delle imprese; delle tante sono rimaste infatti le migliori, ovvero quelle che hanno scelto il paradigma della qualità. Attenzione: non qualità intesa unicamente come produzione di pezzi straordinari, ma qualità intesa come carattere diffuso del prodotto.

In definitiva, se consideriamo una parte dei prodotti delle industrie diffuse del nord-est, questi ultimi...

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