I ricami, i merletti, i pregiati tessuti e l’artigianato sartoriale di San Gallo hanno scritto la storia di questa città della Svizzera fino ad attirare appassionati e protagonisti del settore da tutto il mondo: una tradizione che può essere ripercorsa nel museo del tessile con i suoi oltre 30mila oggetti da collezione, nella sua biblioteca, ma anche grazie alle sue numerose case di moda. È qui che dalla visione e dalla volontà di Alice Kriemler-Schoch nel 1922 è nata Akris, nel tempo trasformatasi in un punto di riferimento internazionale dell’alta moda proprio per la sua cura e l’attenzione nei confronti dei materiali e delle trame eleganti, dell’artigianalità locale e della qualità delle materie prime. Questi stessi valori sono stati reinterpretati e posti alla base del nuovo concept store Akris a Washington DC, firmato dallo studio David Chipperfield Architects e progettato per valorizzare tanto i materiali dei capi d’abbigliamento quanto quelli dell’architettura: sono proprio le stoffe, il crine di cavallo, il feltro, la lana, il legno d’acero e la pietra a essere i protagonisti di questo negozio.
Il crine di cavallo è un materiale dalle qualità sorprendenti e parte integrante della storia di Akris; il suo colore va esaltandosi ed esprimendo tutte le sue peculiarità con il passare del tempo. A tratti difficile da lavorare, raro ma in grado di dare vita a ricami e motivi unici, questo stesso tessuto è presente in color avorio nelle pareti e nei soffitti dei camerini, alternato al feltro color grigio mélange. Color avorio sono poi anche i tappeti in lana.
Il concept progettuale non prende spunto solo dalla tradizione sartoriale di Akris, ma rimanda anche a quel gioco di equilibrio tra forze e tensioni differenti studiato da Bruno Munari e messo in atto nelle sue Tensostrutture d’arte povera in esili ramaglie e legni. Queste suggestioni vengono riprese negli elementi espositivi, essenziali e dall’aspetto minimal per un effetto di sospensione: gli allestimenti sono infatti ridotti al minimo, con cavi tesi a sostenere mensole e appendiabiti parimenti semplici e sobri. È così che gli abiti e gli accessori della boutique sembrano fluttuare all’interno di una scatola architettonica in pietra calcarea grigia – per i pavimenti – e legno. Sono le pareti a essere infatti rivestite in acero scialbato bianco pre-sagomato, così da poter ospitare il sistema espositivo e da mettere in risalto le collezioni davanti a una quinta neutra.
Un sistema di partizioni, ancora una volta sospeso a soffitto, garantisce la funzionalità dell’allestimento ed esalta la profondità dell’ambiente sfruttando l’effetto di trasparenza dato dalla trama della maglia metallica in acciaio inossidabile. Entrando in questo atelier della capitale statunitense, è facile percepire una sensazione di continuità e fluidità, accentuata dai tavoli espositivi in alluminio anodizzato e vetro, che riprendono le cromie circostanti.
Questo progetto, frutto di una rinnovata collaborazione tra David Chipperfield Architects e i fratelli Albert e Peter Kriemler – rispettivamente direttore creativo e Ceo di Akris – è dunque un omaggio all’alta artigianalità delle collezioni della casa di moda svizzera, ma anche alla sofisticata semplicità che rappresenta il comune denominatore delle opere di Munari.
Luogo: Washington D.C., USA
Committente: Akris Prêt-à-Porter
Completamento: 2022
Superficie lorda: 214 m2
Progettazione degli interni: David Chipperfield Architects Milan
Architetto locale: Leo A Daly
Appaltatore principale: Rand* Construction
Appaltatore opere in legno: Schreinerei Welz
Consulenti
Strutture: Rathgeber/ Goss Associates
Illuminazione: Mario Nanni
Progettazione elettrica, meccanica e idraulica: Interface Engineering
Fotografie: Alberto Parise, courtesy David Chipperfield Architects
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