Riscontro all’origine la casa di via Tizzano come esito di un intervento di ristrutturazione complessiva risalente ad una decina d’anni fa e comprendente tre unità residenziali; debbo occuparmi di riesaminare la parte laterale esposta a sud, verso cui si estende l’ampio giardino che rilevo potenzialmente dotato di attraenti, ma inespresse, opportunità.
Dello stato di fatto l’opera finita conserva solo i solai di separazione dei quattro piani - dall’interrato al sottotetto - che costituiscono la porzione immobiliare, solai, peraltro, che il progetto ha talvolta sfondato per provocare la formazione di doppi volumi e per aprire i differenti percorsi della scala. La composizione varia, pertanto, significativamente.
Il premeditato obiettivo della stretta correlazione tra l’interno e l’esterno si esplicita con l’apertura di tre ampi varchi sostitutivi di altrettante finestre, con la realizzazione di un sistema telescopico di filtraggio della luce a protezione dell’intera parete che accoglie i tre ampi varchi, con la sopraelevazione del giardino alla quota del piano terreno della casa e con la realizzazione di una piscina. Naturalmente, le forme dei nuovi manufatti e il repertorio dei loro materiali e dei loro colori sono prerogative conformate ai caratteri tipologici della casa su cui debbono innestarsi.
La sofisticata dotazione tecnologica e strumentale evade la richiesta della proprietà di poter gestire ‘a distanza’ ogni impianto.
L’opera tramanda un’accurata lavorazione artigianale gratificata da forniture commerciali accuratamente selezionate che hanno interessato i settori dell’illuminotecnica, degli imbottiti e delle sedute.
L’intero piano terreno definisce, oltre al filtro di ingresso pedonale e al bagno di piano, l’area diurna della casa. Lo spazio è aperto e suggellato dai tre nuovi ampi varchi che lo proiettano verso il giardino e la piscina. Un finto schermo costituito dalla successione di elementi verticali equi distanziati contenenti bottiglie scandisce sul fondale dello spazio la presenza dell’area di cucina-pranzo. In essa, le prestazioni di cottura-lavaggio si esplicano nella porzione più appartata dell’area-cucina nel cui specifico ambito il capiente frigorifero “Fhiaba” si defila in un apposito vano. Nella parte opposta, verso il giardino, il grande tavolo in cristallo retro verniciato invade lo spazio; un volume rialzato contenente il forno e corredato da un corpo illuminante a sospensione che sottolinea le versatili pratiche di preparazione sul suo piano segnala il limite tra l’area-cucina e l’area-pranzo. Nell’area-pranzo un’affettatrice “Berkel” si accoppia al corpo illuminante a sospensione per interpretare il ruolo di protagonisti dei due fondali laterali al finto schermo.
Negli elementi verticali che compongono quel finto schermo si insediano, dalla parte del tavolo, gli imbottiti orizzontali e verticali di seduta che integrano quattro ‘tulip’ di Knoll.
Zola Predosa (BO)
Italia
privato
10/2015
25 sq. m
Arch. Andrea Trebbi
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Artigiana Legno S.R.L.
Arch. Rita Garuti (grafica)
Leonardo Gentili
Curriculum
Andrea Trebbi, Bologna, 1954, si laurea in architettura a Firenze nel 1979; fonda lo studio a Bologna nel 1980.
Selezione di Concorsi Internazionali: area Manifattura Tabacchi a Bologna, area Garibaldi-Repubblica a Milano, ‘50 Chiese per Roma 2000’, Complesso Museale del Prado a Madrid, Memorial Minamata in Giappone, ampliamento della Biblioteca di Stato a Stoccolma, stadio per il calcio di Siena, area portuale di Brindisi, Manica d’accoglienza di Villa della Regina a Torino, nuova Biblioteca Civica di Bressanone.
Concorsi vinti: area ex Accademia dell’Agricoltura a Bologna, autoparcheggio sotto piazza Carducci a Bologna e sotto piazza Stracciari a Casalecchio di Reno, restauro del Palazzo Municipale di San Lazzaro di Savena, Starhotel Tuscany a Firenze, comparto territoriale a Minerbio.
Nel 2006, Editrice Compositori ha pubblicato la monografia AndreaTrebbi, 1980-2005architetture.
Nel 2015, The Plan ha pubblicato la monografia Andrea Trebbi, 2006-2015 progetti e opere.