Gianluca Peluffo. Architettura dal Mediterraneo
Gianluca Peluffo, dopo i progetti e la decennale esperienza con i 5+1 di cui è stato fondatore, ha trasferito attività e residenza nella sua Liguria, ad Albisola, in quello fu il laboratorio dell’artista Lucio Fontana. Di seguito una breve intervista sul nuovo studio, i progetti in corso e quelli futuri.
Albisola, provincia Ligure. Come la scelta di trasferirsi qui, nello studio che fu di Lucio Fontana, ha influito sul modo di progettare?
Vivere e lavorare nel laboratorio di Lucio Fontana significa essere a contatto con un’energia cosmopolita che arricchisce il progetto contemporaneo, permettendo di sentirsi al centro di una comunità internazionale anche dalla provincia italiana.
La varietà del territorio italiano e la sua identità profondamente urbana permettono di ristabilire il contatto con valori e pratiche spesso dimenticate in contesti più caotici e frenetici: il sapere artigiano, la materia locale e un forte legame genealogico diventano risorse uniche e specifiche riconosciute ovunque.
Ceramica, tradizioni artigianali locali. In che modo la materia modella il progetto d’architettura?
Collaboro con Danilo Trogu, artista ceramista albisolese, da lungo tempo. Numerosi progetti dello studio si trasformano in volume grazie al lavoro manuale e all’azione sulla terracotta. I modelli in ceramica sono un fondamentale strumento di comprensione nel processo di ricerca progettuale, permettendo di entrare in sintonia con il volume.
Diversamente dall’approccio anglosassone, digitale e analitico, l’esperienza italiana si distingue proprio per il suo profondo legame con il saper fare artigiano e con la materia, gravida di imprevisti e di un aspetto sciamanico potente e affascinante.
Egitto, Masterplan Monte Galala. Quali sono state le invarianti del progetto e quale il processo per costruire un masterplan tanto ampio?
Il Masterplan per il monte Galala in Egitto prevede circa 8.000 unità abitative per un totale di circa 30.000 abitanti, inseriti in un contesto montuoso e desertico affacciato sul mare. Le caratteristiche quantitative e paesaggistiche del progetto ci hanno indotto a lavorare contemporaneamente su densità, orografia e linguaggio architettonico delle singole unità, con un approccio innovativo per il committente egiziano, che ha deciso di assegnarci anche la progettazione della moschea del nuovo insediamento.
Egitto - Italia - Mediterraneo. Quale scambio tra cultura progettuale italiana ed egiziana?
La capacità tutta italiana di entrare in empatia, di essere inclusivi con mondi anche profondamente diversi dai nostri è stata fondamentale per connettersi a una cultura complessa e misteriosa come quella egiziana. La scelta nel confrontarsi con il progetto egiziano è stata quella di non inseguire un linguaggio internazionale e standardizzato, ma di avvicinarsi alla cultura del luogo e assorbirla, attraverso un dialogo costante, un reciproco arricchimento e una vocazione maieutica del progetto nel mostrare aspetti nascosti dell’Egitto.
Quali progetti futuri?
Lo studio sta lavorando su un insediamento universitario vicino al Cairo, un museo a El Alamein, residenze universitarie in Sicilia e abitazioni sociali in Liguria. Una delle sfide più ambiziose e partecipate è la definizione di un “villaggio assistito” vicino a Vicenza in collaborazione con la Onlus “Domani per voi”: un progetto dove centrale è il tema del sostegno a persone disabili e il rapporto tra assistenza e vita collettiva e famigliare dei portatori di differenti livelli di disabilità.
All’attività professionale si affianca quella didattica, con una nuova docenza alla Scuola di Architettura di Marrakech: un’altra occasione dove Mediterraneo e architettura diventano comuni denominatori tra culture diverse.