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Via Dante 7, ristrutturazione e ricostruzione della cortina sud ovest

CAPUTO PARTNERSHIP INTERNATIONAL + CRISTOFORI SANTI ARCHITETTI ASSOCIATI

Renovation  /  Future
CAPUTO PARTNERSHIP INTERNATIONAL + CRISTOFORI SANTI ARCHITETTI ASSOCIATI
L’edificio è occupato da attività commerciali e terziarie: Commercio al piano terra e primo (suddiviso in tre unità di vendita), e Uffici secondo la formula del proworking dal piano secondo al sesto. Il livello interrato sarà occupato da spazi di lavoro, sale riunioni con relativi servizi igienici, e locali di servizio e ripostigli, oltre che da locali tecnici e depositi.
Gli interventi edilizi non interessano le attività Commerciali, che presentano sia accessi che impiantistica separati dai piani ad Uffici.
Le opere di ristrutturazione edilizia sono relative principalmente alla ricostruzione del sesto piano, che potrà essere riconfigurato occupando tutti e quattro i lati della corte, e alla ricostruzione della cortina del fronte sud ovest ai piani quarto e quinto, demolita negli anni ’60. Oltre alla ricostruzione e al completamento dei volumi sopra descritti, l’intervento prevede la realizzazione nella corte – sul lato opposto a quello dell’ingresso – di una struttura in acciaio e vetro che ospita due ascensori che collegheranno tutti i livelli ad ufficio con l’interrato e un sistema di distribuzione a ballatoi.
Anche la pavimentazione della corte sarà modificata, prevedendo parti in vetro nella stessa che consentiranno di dotare di illuminazione naturale la porzione sottostante al piano interrato, già oggi utilizzati.
I lavori prevedono inoltre il completamento dei corpi scala A e B; la scala A, dotato di ascensore per disabili, proseguirà fino alla copertura garantendo l’accessibilità al terrazzo con affaccio verso Via Dante, mentre la scala B arriverà fino al sesto piano.
Il Progetto si fonda sulla dialettica tra le due parti che compongono la struttura tipologica, funzionale e spaziale dell’Edificio.
La prima è costituita da Fabbricato originario che non ha perso i propri caratteri pur subendo una significativa stratificazione di interventi nel corso del ‘900 e dei primi anni 2000, che il progetto rispetta, ricostruisce volumetricamente, riporta ad alcuni aspetti figurativi rilevanti sul piano architettonico e urbano (quali - ad esempio – il colore della facciata su via Dante), pur nell’adeguamento di alcuni suoi elementi alle norme vigenti (ascensore scala A, scala B).
La seconda è definita dalla struttura in acciaio e vetro, che si innesta sull’originario volume interessando in particolare lo spazio della corte e il sesto livello su cui è progettato un volume, sostitutivo del coacervo di volumi abitati, spazi tecnici e apparati tecnologici che oggi configurano una “informe e disordinata superfetazione”, che - al contrario dello stato attuale – definisce in forme estremamente controllate e coerenti uno spazio ed una struttura di eccellenza e di rappresentanza.
La struttura in acciaio e vetro affonda nel volume interrato con le torri ascensore, e lo svela con la trasparente copertura allocata in parziale sostituzione della pavimentazione della Corte. Le Torri ascensore – una volta emerse – corrono nello spazio vuoto della corte fino al sesto piano e sono integrate da sbarchi-passerelle (adiacenti al corpo sud) volte a garantire la circolare continuità dei percorsi orizzontali.

Il progetto degli interni degli uffici di via Dante 7 interpreta il mondo di Wellio, il brand di spazi di lavoro flessibili del gruppo Covivio, nell’occasione della sua prima apertura in Italia.
Caratteristica degli spazi Wellio è quella di non avere un format sempre uguale ma avere un design degli interni ritagliato su misura per interpretare il luogo che li ospita.
L’idea del progetto per il primo spot milanese, che aprirà in un antico palazzo neoclassico appena ristrutturato di proprietà di Covivio, situato nel cuore della città di Milano, è stata quella di fare un omaggio alla città stessa e al suo design del secolo scorso nelle sue diverse declinazioni.
L’obiettivo è quello di realizzare uno spazio uffici che racconti in modo giocoso ma sofisticato la sua relazione con Milano e che consenta a chi ci lavora, anche se per un periodo relativamente breve, non solo di fruire di un alto livello di servizi ma anche di stare in uno spazio che lo rappresenti, scegliendo tra i diversi mood che si trovano all’interno dell’edificio.
Ogni piano ha infatti un carattere a sé stante ed è l’omaggio a una corrente del design milanese del Novecento.
In tutto l’edificio ricorre il motivo degli archi a tutto sesto, che caratterizzano alcune architetture iconiche del secolo scorso a Milano, e che diventano il trait d’union in un organismo articolato e ricco di variazioni. Gli ambienti maggiormente in connessione con l’edificio, un palazzo storico del 1890, hanno un design più classico mentre i piani intermedi hanno un mood più giocoso che evoca l’eclettismo post-modern di Ettore Sottsass o le geometrie archetipiche sposate a colori pastello di Aldo Rossi.
Gli altri piani hanno mood più classici che vanno da quello denominato ‘900, che rende omaggio al mondo di Fornasetti, a quello chiamato Epic che richiama il design di Franco Albini a quello detto Belvedere che cita Giò Ponti e si sposa con l’architettura del nuovo sesto piano caratterizzato da un perimetro vetrato e dichiaratamente diverso dal sottostante edificio storico. A questo piano, dove la posizione centrale dell’edificio viene ulteriormente valorizzata dall’affacciarsi sui tetti del centro città e su tutte le principali architetture storiche e contemporanee di Milano, trovano collocazione anche le sale eventi, pensate per essere fruibili in modi diversi e collegabili con il rooftop, da cui la vista sulla città è sorprendente.
Al piano terra l’area di accoglienza degli uffici è stata pensata come una scenografia in cui una sequenza di tre archi di dimensioni decrescenti, oltre a introdurre il tema dell’arco che ricorrerà in tutto l’edificio, crea l’illusione prospettica di uno spazio più ampio di quello reale, dando all’ingresso un tono informale ma ricercato. Il rivestimento in ceppo delle superfici verticali richiama le architetture del Novecento milanese.

Credits

 Milano
 Italia
 COVIVIO SA, Milano
 09/2020
 5.000 m2
 CAPUTO PARTNERSHIP INTERNATIONAL (Progetto Architettonico) + CRISTOFORI SANTI ARCHITETTI ASSOCIATI (Progetto degli Interni)
 Progetto Architettonico: Arch. Paolo Caputo, Arch. Luciana de Rossi, Arch. Chiara Balducci, Arch. Barbara Pennino - Progetto degli Interni: Arch. Marialisa Santi, Arch. Giacomo Cristofori, Arch. Anna Casera, Arch. Greta del Signore
 Opere Edili: Mangiavacchi Pedercini S.p.a - Arredi: ComVarese s.r.l.
 Strutture e involucro: Faces Enginering s.r.l. - Impianti meccanici, elettrici, acustica: Deerns Italia S.p.a - Leed: Deerns Italia S.p.a - Prevenzione incendi: Studio Mistretta & Co.-Ing. Silvestre Mistretta - Lighting Design : Rossi Lighting Design

Curriculum

Caputo Partnership International ha incentrato le attività di progettazione sull’Architettura e l’Urban Design. Ha elaborato su questi temi numerose e importanti realizzazioni in Italia e all’estero. In particolare a Milano sono Palazzo Lombardia, Torre Solea e Giardini D’Inverno. I piani di Milano Santa Giulia e Genova Erzelli sono esempi di progetti a vasta scala. Gli interventi su Palazzo Malvinni Malvezzi a Matera e Dante 7 a Milano sono esemplificativi di progetti su architetture storiche.
Lo studio Cristofori Santi nasce da una collaborazione iniziata nel 2005. I suoi core services sono l’interior e il retail design per privati e società. Numerosi sono i progetti realizzati e in corso in Europa e Cina, dove CSA opera regolarmente dal 2008. Lo studio ha sviluppato
competenze ideali per il committente azienda; i progetti coniugano creatività, concretezza, semplicità. Il suo lavoro si distingue per l’accuratezza, la ricerca del supporto artigianale, il gusto della contaminazione.

Tag

#Finalist #Italia  #Milano  #Uffici  #CAPUTO PARTNERSHIP INTERNATIONAL + CRISTOFORI SANTI ARCHITETTI ASSOCIATI 

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