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Torino Outlet Village

Claudio Silvestrin Architects

Torino Outlet Village, un progetto di Claudio Silvestrin Architects
Scritto da Francesco Pagliari -

Il Torino Outlet Village (TOV) a Settimo Torinese - località a poca distanza dalla zona metropolitana torinese - consiste in un insediamento commerciale, che rappresenta una variante all’interno del modello aggregativo per gli spazi di vendita al pubblico in un luogo unitario: elemento distintivo è la presenza caratterizzante di marchi, ciascuno con il proprio punto per la vendita, che agiscono nel campo della moda, in una fascia qualitativa elevata. L’identità dei marchi prospetta una connotazione importante, che richiede una conseguente determinazione progettuale verso standard espressivi e di caratterizzazione architettonica corrispondenti al grado di eleganza e di raffinatezza tipici di quei marchi attivi nel campo della moda.
Il progetto tende ad esprimere un’idea di ricercatezza nella stabilizzazione di una sorta di riduzione degli elementi architettonici verso scelte che si fondano sulla creazione di un ambiente omogeneo e raffinato, attraverso concetti di grande chiarezza. Per ricercare la raffinatezza, l’assunto di base per  sostenere l’idea di un “outlet” nel campo di grandi e riconosciuti marchi della moda si affaccia sulla necessità di elementi architettonici che creino con razionalità un percorso accogliente per il visitatore che si trasformerà in un compratore di oggetti, abbigliamento e componenti: accompagnare con lievità, senza proporre rumore di fondo, senza declinare inutili e stentorei “annunci”, ridondanti in questa prospettiva di una ricerca che agisce sulla base della misurabilità razionale, ma concentrandosi sulla qualità “amichevole” dei percorsi e degli spazi nell’insediamento commerciale.
Idee progettuali di forte valenza, nella chiarezza argomentativa delle scelte di progetto: il ragionamento si compone dell’opposizione fra orizzontalità e verticalità, e si rende operativo e funzionale proprio per marcare un’esigenza di riconoscibilità “territoriale”, lungo l’asse autostradale, in cui la visione in velocità agisce come modalità di selezione, per gli elementi caratterizzanti. Quindi, l’opposizione fra verticale ed orizzontale trascende il semplice riferimento alla forma, ma appartiene ad una concezione che conduce ad una radicalità espressiva e funzionale. L’orizzontalità del corpo in cui si ospitano gli spazi di vendita è un segno materiale che si stende sul terreno, che vive di una propria relativa autonomia e si cela dietro un avvallamento, anche vegetale. Un corpo edilizio lungo 290 metri che si orienta verso il proprio interno e costruisce una dimensione di intimità per il visitatore: la visione è concentrata su elementi compositivi iterati, lo spazio si legge in una molteplice coniugazione di interno ed esterno, attraverso l’ausilio di spazi aperti verso i quali si affacciano percorsi porticati ritmati dai pilastri - dal colore differenziato rispetto allo “sfondo” - che sostengono e si agganciano alla pensilina aggettante per tre metri. Le vetrine e gli spazi dei singoli punti di vendita si affacciano sui percorsi porticati, in una sequenza rassicurante di continuità formale e di oggettiva connotazione di ritmo sulla ricorrente dimensione del procedere con lentezza in un luogo che elabora la ricerca di distinzione e si presenta secondo l’aspirazione di formare una lunga “promenade”. Relazioni intessute, all’insegna della coesione e della “continuità”, fra spazio aperto (le corti longitudinali e trasversali, punteggiate di alberi), spazio protetto (i porticati) e spazio “interno” (destinato alla vendita e percepito come naturale sbocco in continuità ai percorsi, per le 90 unità commerciali previste). Al prospetto esterno, la funzione ritmica e regolatrice è affidata ai setti sporgenti dal filo di facciata, che si susseguono regolari.
Materiali riconoscibili e ricchi del sapere costruttivo artigianale, materiali antichi utilizzati in proiezione di assolutezza, procedendo ad una riduzione espressiva a termini minimi: pavimentazioni in pietra arenaria “antica”, in senso proprio, che legano in una densità qualitativa lo spazio orizzontale; intonaci a calce, stesi con tecnica antica, per produrre la morbidezza vellutata su una superficie che diviene disomogenea, rispettando una concezione d’eleganza fondata sulle leggere differenze nell’unitarietà. Ciò consente variazioni tonali, pittoriche delle superfici di parete, al variare della qualità della luce e lungo l’arco delle giornate e delle stagioni, come in un quadro.
Sapere antico ed innovazione. Materiali di un decoro sensibile e condensato; tecnologia costruttiva in calcestruzzo prefabbricato; sistema d’isolamento termico con rivestimento esterno a “cappotto”; sistema impiantistico per il condizionamento - raffrescamento e riscaldamento – attraverso circolazione di acqua in un “anello idraulico”, pompe di calore e dissipatori. 
Verticalità. L’altro elemento del binomio di progetto. Un “obelisco”, una “guglia”, o una “torre”: elemento costituito di due corpi slanciati e rastremati che si congiungono alla sommità; due corpi a prisma, con struttura metallica e verniciatura “perlacea”: l’altezza dell’obelisco (85 metri alla sommità) deborda sull’orizzonte lineare, del terreno e del corpo architettonico dell’outlet. Un elemento segnaletico, quello che appare slanciato e dotato di una velocità sensoriale non comparabile rispetto alla struttura dell’insediamento; la porta d’ingresso all’outlet; l’annuncio della dimensione metropolitana - sotto la specie della contemporaneità - di cui gode la vicina città di Torino. Funzionalità e denotazione, luminosità per riflessi diurni e “faro” notturno.
Unire opposizioni concettuali, per costruire linguaggi di chiarezza ed eleganza: raffinatezza del discorso progettuale, nella riduzione a fondamenti architettonici ed espressivi, per connettere e rappresentare.

Francesco Pagliari

Luogo: Settimo Torinese, Torino
Committente: Gruppo Stilo, Torino Fashion Village
Anno di realizzazione: 2017
Superficie lorda: 19.500 m2
Architetto: Claudio Silvestrin Architects
Supervisione artistica: Claudio Silvestrin, Mariachiara Suriani
Project management: Cogestil
Appaltatore principale: Cogestil

Consulenti
Ingegneria:
BMS Progetti
Paesaggio: Laura Dal Canto, Luisa Perona, Cristina Gragnolati, Claudio Silvestrin
Progettazione termomeccanica ed elettrica: Manens-Tifs

Fornitori
Pietra:
Santafiora
Intonaco: Lightstone
Illuminazione: Platek
Ascensori e scale mobili: Otis
Serramenti: Effegieffe
Verde: Greenproject
Impianto termo-meccanico: Longhi
Impianto elettrico: Milani
Carpenteria: Map Carpenterie
Lavori in marmo: Sonzogni Marmi
Pavimentazioni: Mediapav
Legno: Wood Beton, Wood Industries, Falegnameria L’Artigiana

Fotografie: © Aldo Castoldi

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