San Pellegrino Terme_Urban Renovation - Con la dismissione degli edifici industriali della S.Pellegrino , gruppo Nestlè, posti a ridosso della fonte storica dell’acqua minerale, si è creata di fatto la “dismissione del luogo”. Non un semplice vuoto urbano, ma una mancanza generalizzata di visione per il “capoluogo Liberty” del nord Italia. Dopo i fasti del primo novecento era ormai evidente che era in atto una decisa separazione tra le sorti della fabbrica, globale, ed il luogo termale , sempre più locale.
Più che una mancanza d’investimenti era la mancanza di prospettiva a rendere drammatico lo scenario creatosi con l’abbandono degli edifici storici, sia industriali che culturali ( Kursaal - Terme). Uno scenario ancora più drammatico se inserito nel contesto economico della Val Brembana, da anni nell’elenco dei luoghi economicamente depressi della Lombardia.
Oggi, nel mondo globale, San Pellegrino ( Terme) è un brand commerciale, “l’acqua minerale più buona al modo”, più che un luogo fisico.
Il progetto di riqualificazione urbana s’inserisce in questa riflessione, più vasta rispetto alla problematica di sostituzione degli edifici, circa la distanza percepita tra luogo immateriale e luogo fisico .
Uno degli aspetti che frequentemente si evidenziano nei grandi interventi di riqualificazione urbana, in Italia, è l’elaborazione di un programma funzionale-economico spesso incompleto ed approssimativo. Si è spesso tentati di affidare all’architettura la ri-soluzione di problematiche non affrontate, o poco approfondite, e di scambiare la qualità dell’architettura con la correttezza del programma. Spesso programma – gestione ed architettura non sono coerenti tra loro ; la storia dell’architettura è ricca di esempi dove opere eccezionali dal punto di vista architettonico sono di fatto naufragate per errori programmatici, economici, gestionali.
Il progetto, complesso, di riqualificazione di San Pellegrino Terme mette assieme problematiche molto differenti , che a volte risultano conflittuali : la dialettica tra investimenti pubblici e privati, la condivisione degli interessi della collettività e dei singoli attori economici, la e coerenza tra patrimonio storico e nuovi linguaggi contemporanei, l’idea di un nuovo termalismo non solo curativo.
Il progetto doveva riannodare alcune storie interrotte, lavorare in un’ottica evolutiva: programma funzionale, architettura, modello gestionale dovevano necessariamente innestarsi sull’eredità del passato e tentare di far evolvere coerentemente le pre-esistenze . “ Ciò che conta, dopo tutto, non è soltanto la storia, ma come è raccontata. Queste tre idee – specificità, valori, autenticità – sono in aperto conflitto con il postmodernismo. Stiamo dunque entrando in una nuova era. Potremmo provare a chiamarla l’Età dell’Autenticità” ( 2011 – Edward Docx ) .
La prima azione progettuale è stata la ri-definizione dei luoghi. Abbiamo riportato sulla quota topografica extra urbana , la stessa quota dei monumenti Liberty e della sorgente dell’acqua, le funzioni collettive : il teatro ( ristrutturazione della struttura esistente e costruzione del nuovo foyer e spazi tecnici di scena) e le Nuove Terme ( ristrutturazione dell’edificio alberghiero novecentesco e costruzione del nuovo edificio termale) . Sono stati ri-consegnati all’uso collettivo quei luoghi simbolo riconosciuti sia alla scala globale ( il Kursaal è rappresentato sulle etichette delle bottiglie d’acqua ) che a quella locale ( è stato riaperto il Parco delle Terme e resi accessibili la fonte ed il Kursaal).
In un’ottica Heideggeriana il concetto di abitare, lo stare dell’uomo in un luogo, non implica solo il costruire, ma bensì il coltivare ed il custodire. Prendersi cura del luogo significa dare al luogo una possibilità evolutiva, intervenendo sulla pre-esistenza per poterne ridefinire un ruolo attivo. Un atteggiamento opposto alla semplice conservazione-museificazione. KURSAAL . Riqualificazione Teatro - Il progetto coglie l’esigenza della realizzazione del nuovo foyer, per ripensare il complesso del Kursall alla “scala del paesaggio”.
Nel progetto originario d’inizio ‘900 il Casino’ assolveva al compito di foyer: accoglieva, accompagnava e permetteva al pubblico l’accesso al teatro . Era cioè un edificio prettamente rappresentativo, che rendeva accessibile il teatro posto ad una quota differente rispetto all’ingresso . Alla scala del paesaggio tutta l’attenzione era dedicata al Casinò; il teatro, in secondo piano, appariva come una superfetazione, senza alcuna pretesa architettonica.
All’apparato decorativo liberty del complesso monumentale, nel nuovo progetto, viene contrapposta una “pelle” in corten ( cromaticamente la materia ricorda i colori del bosco retrostante) traforato che avvolge il teatro. Il pattern della foratura proietta una nuova decorazione, mutevole ed immateriale, che si contrappone all’originario utilizzo di stampi in cemento. Concettualmente è ricreata la luce che penetra attraverso un bosco fitto; questa luce inonda il foyer e genera una nuova struttura decorativa, immateriale, diametralmente opposta all’ornamento in cemento d’inizio ‘900.
Alla scala del paesaggio la pelle è una sorta di quinta fondale; fa ri-emergere il complesso monumentale originario rispetto allo sfondo del bosco, crea, per contrasto, una distanza percettiva. Delinea i contorni e tutto appare, di nuovo, chiaro. Le Nuove Terme sono una sorta di “distillato” del luogo: l’architettura Liberty, l’acqua ed il paesaggio, le caratteristiche più evidenti di San Pellegrino, sono gli elementi del progetto. Abbiamo deciso, in accordo con gli investitori ed il gestore, di riportare le Terme nel luogo da cui tutta la storia di San Pellegrino ha avuto origine, cioè nel luogo in cui l’acqua sgorga dopo aver risalito la faglia geologica ed essersi arricchita di minerali.
E’ stato necessario ri-ordinare le pre-esistenze, ri-definire gerarchie e contaminazioni, prenderci cura del patrimonio edilizio attraverso la definizione di nuovi usi. Il programma termale, minuziosamente discuso e condiviso con il gestore ( anche attraverso confronti accesi) ha evidenziato la necessità di realizzare il “monumento all’acqua” che mancava a San Pellegrino. Non un edificio-icona, ma un elemento del complesso architettonico, capace di dare una nuova struttura all’insieme. Un edificio “monumento” da inserire all’interno di una scala architettonica senza destrutturarla, che rappresenti “ la messa in scena “ del processo dell’acqua, quell’acqua che risalendo la faglia geologica sgorga in superficie e quindi evapora.
De8 architetti - Lo studio lavora sia in Italia che all’estero occupandosi di temi progettuali eterogenei.
Attraverso la realizzazione di molti progetti, negli ultimi anni lo studio ha potuto verificare alcuni temi di ricerca indirizzati alla sostenibilità ambientale non rinunciando a linguaggi architettonici contemporanei. La possibilità di effettuare frequenti cambi di scala, così come l’indirizzo rivolto a temi differenti dell’architettura, è diventata una caratteristica della propria attività professionale: “unspecialized architecture”.
Una prassi abituale dello studio è la collaborazione con altri progettisti. DE8 ha collaborazioni in corso, ed ha collaborato in passato, con Tobia Scarpa, Dominique Perrault, kengo Kuma, Asymptote.
E’ stato premiato in 2 progetti europan 8 ( Bergamo – italia ; Kemi –finlandia) ,
con il progetto ECOFORUM riceve una nomination al “MIES VAN DER RHOE award 2011” nonché il premio OAB quale miglior realizzazione privata 2000-2010 della provincia di Bergamo.
Nel 2010 ha partecipato all’esposizione di SHANGHAI “ECCELLENZE ITALIANE "ALTO DESIGN - ALTA TECNOLOGIA"” , presso il WTC, con il progetto PIRELLI SKYSCRAPER (nuovo belvedere grattacielo Pirelli).