1. Home
  2. Architettura
  3. Progetto di recupero e riutilizzo dei lacerti murari di Castel Belfort

Progetto di recupero e riutilizzo dei lacerti murari di Castel Belfort

Andrea Revolti

Progetto di recupero e riutilizzo dei lacerti murari di Castel Belfort
Scritto da -

FASE I: Una conoscenza storica approfondita ed accurata era il primo e necessario passo che si doveva compiere nell’ approcciarsi ad una tesi di questo genere. Comprendere i caratteri tipologici, gli ampliamenti e interventi che hanno modificato l’impianto del castello, sono elementi “chiave” per affrontare, successivamente, una buona progettazione.
Il nuovo intervento, seguendo la linea del restauro scientifico, doveva seguire le indicazioni, i segni, le tracce lasciate dal tempo sulla rovina, dichiarandosi poi nelle proprie caratteristiche, utilizzando materiali moderni e facilmente distinguibili rispetto al manufatto storico. I documenti iconografici e cartografici hanno evidenziato una particolare attenzione per Belfort anche dopo il suo declino, tanto che ha continuato ad essere segnalato nelle mappe e disegni, per il suo valore posizionale e storico. Anche da rudere, Belfort, rimane un simbolo per la Val di Non.
FASE II: L’analisi sul manufatto esistente ha rilevato il grave stato di abbandono della struttura, che in alcune parti risulta talmente ammalorata da divenire pericolosa per i visitatori. Sono stati eseguiti dei foto- raddrizzamenti sia per poter studiare il degrado delle superfici sia per poterle poi utilizzare come texture nel modello digitale tridimensionale.
Sono previsti quattro livelli di intervento sulla struttura. Tre sono progettati per intervenire gradualmente a seconda del livello di dissesto dei paramenti murari, il quarto si preoccupa di analizzare gli interventi di restauro precedentemente effettuati, decidendo, caso per caso, quando andare a rafforzarli o a sostituirli.
FASE III: L’idea primitiva, il concept del progetto di riutilizzo della rovina, che si è cercato poi di mantenere e specificare nelle sue componenti, prevedeva il ricorrere alla tecnica d’intervento denominata “Box-in-the-box”, con l’inserimento di volumi in acciaio e vetro. Si dovevano dunque trovare alcune regole da seguire nel caso di studio, per sviluppare quell’idea: a. il progetto non doveva andare a ledere il manufatto esistente, offuscando la sua struttura, ma doveva invece esaltarlo e mantenere intatta l’aura che ancora oggi lo circonda; b. l’intervento ex-novo doveva essere dichiarato, facilmente riconoscibile ed eventualmente removibile se un giorno si desiderasse ritornare alla condizione di semplice rudere; c. a livello di sezione: si doveva cercare una forma che si relazionasse con il profilo antico del paramento murario. Una forma il più semplice e controllata possibile; d. a livello di pianta: si doveva creare una griglia per i pilastri HE, che evitasse luci eccessive ma che seguisse i ritmi delle aperture del castello.
FASE IV: Gli spazi ed ambienti creati all’interno delle nuove strutture andavano compresi e visualizzati volumetricamente. Le pareti antiche del castello sono state realizzate singolarmente e successivamente montate assieme, per ottenere così un profilo realistico delle mura della rovina. Il progetto delle nuove strutture in acciaio e vetro è stato sviluppato a parte, evitando così grandezze eccessive dei files, e successivamente re-inserito all’interno del manufatto montato.
FASE V: Un intervento così innovativo e particolare necessitava un approfondimento sui materiali impiegati. Si sono scelti ed utililizzati tra imigliori prodotti in commercio per poter assicurare un’ottimale comfort degli ambienti e risolvere le problematiche che le soluzioni progettuali avevano posto:
a. la tipologia di vetro light tripla con trasmittanza U = 0,4 (doppia camera con argon 90%); b. il sistema di brise soleil in tessuto orientabili per controllare l’illuminazione degli ambienti; c. le travi in acciaio alveolari per il passaggio dei sistemi di aerazione e altri impianti; d. la soluzione del vetro riscaldato elettricamente per evitare il problema del carico neve; e. l’utilizzo dei pannelli in aerogel per evitare possibili ponti termici e risparmiare quanto più spazio possibile.
FASE VI: Sono stati approntati WBS, PSC, CME e Gantt, il tutto corredato da planimetrie e sezioni che descrivessero la successione delle varie operazioni del cantiere. Il cronoprogramma Gantt ha previsto una durata di 22 mesi per il cantiere del castello che può essere diviso in due macrofasi. La prima è quella della “Preparazione del Sito”, nella quale si compiranno gli scavi archeologici e di sbancamento del pendio sottostante per ospitare i parcheggi. Sempre in questa fase, si eseguirà il recupero e restauro dei paramenti murari, mettendo così in sicurezza il manufatto e si predisporranno le contro fondazioni sulle quali saranno agganciate le nuove “Cellule”. La seconda macrofase descrive le operazioni di montaggio, collocazione e finitura delle strutture ex-novo. Si è cercato di ridurre al minimo le lavorazioni all’interno del manufatto e di ottimizzare le tempistiche delle varie fasi, senza per questo rinunciare alla sicurezza e alla qualità.

Andrea Revolti - Diplomato presso il liceo scientifico Galileo Galilei di Trento (2006) (93/100). Laureato presso la facoltà di Ingegneria di Trento (103/110 ), in data 01/02/13, nel corso di laurea Ingegneria Edile-Architettura (DICAM – Dipartimento Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica) discutendo la tesi dal titolo: “Interazione tra il moderno e l’antico: Progetto di recupero e riutilizzo dei lacerti murari di Castel Belfort” con i relatori Arch. Giorgio Cacciaguerra e Ing. Maurizio Costantini.
Partecipazione al seminario “Il restauro e l’edificio: conoscenza, cantiere, gestione e manutenzione” con rilascio di attestato. Evento promosso dalla RFA (associazione culturale Ricerche Fortificazioni Altomedievali” (2008). (con attestato di partecipazione).
Selezionato per partecipare al WNHM (World Natural Heritage Master 2013) organizzato dalla
STEP (TSM – Trentino School Management) con un percorso di apprendimento nel quale:
- Creare e gestire reti al fine di integrare e promuovere le scelte riguardanti il territorio, il paesaggio, l’ambiente, e le forme d’offerta nei circuiti della fruizione dei beni naturali/culturali.
- Comprendere la progettualità sociale, la partecipazione responsabile e la facilitazione dei processi di governo del territorio, della sostenibilità edilizia e valorizzazione dei beni comuni.
- Affinare metodi e tecniche al fine di ideare, progettare e curare la vivibilità dei territori, dei paesaggi in maniera eco-sostenibile.
L’ambito del Project Work personale è la catalogazione, gestione e recupero del patrimonio architettonico, pubblico e privato, all’interno delle “core e buffer zone” del Sito Unesco delle Dolomiti, con la creazione di procedure sistematiche di analisi e catalogazione dei beni che permettano, inoltre, lo sviluppo di un innovativo turismo culturale eco-compatibile, una nuova visione dell’abitare alpino e una progettazione integrata con partecipazione dal “basso”. Esperienza di stage presso il sito Unesco di Suomenlinna (Helsinki- Finlandia) come parte finale del Master.
Superamento Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio alla professione di Ingegnere nella prima sessione d’esame 2013 (date delle tre prove 20/06/13 – 12/09/13 – 19/09/13).
Organizzazione del convegno “Progettare Paesaggi Dolomitici” (15 Novembre 2013 - Trento)
insieme alla STEP e alla Provincia Autonoma di Trento.
Presentazione del Project Work “Tutela, recupero e valorizzazione del patrimonio architettonico presente nelle CORE e BUFFER zone del sito Dolomiti UNESCO” con il successivo ritiro dell’attestato di superamento del Master. (13/12/13).
Iscrizione all’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento num.3926 nel gennaio 2014. Partecipazione presso la sede ESRI di Roma ai corsi: ArcGIS 1 - Introduzione ai GIS (2GG) - ArcGIS 2 : Processi Fondamentali (3GG) (2014).
Partecipazione al EIT ICT LAB di Helsinky (2015)
Pubblicazioni e Workshope e Concorsi - “Abitare la città: dalla casa al paesaggio urbano”,(2007), Claudia Battaino
- “Esposizione a Merano con il progetto “ Trentino-Alto Adige Multilayers 2030” (2009)
- “Monograph N.1”, (2010), Giuseppe Scaglione
- “Alps N.2 Alpine Landscapes – Project Sustainable” (2010), Giuseppe Scaglione
- “Workshop: Biennale Alps paesaggi alpini e montani” (2010)
- “Concorso per la riqualificazione delle mura di Piacenza”, collaboratore Arch. Bertoli
(2012) (I° PREMIO)
- “Concorso per la riqualificazione e valorizzazione del territorio comunale prospiciente il lago di Caldonazzo”, collaboratore Arch. Bertoli - Comune di Pergine (2012) (MENZIONE SPECIALE PER LA STRATEGIA DI  RIQUALIFICAZIONE DEI LUOGHI ATTRAVERSO I SEGNI DEL TERRITORIO) + Pubblicazione
- “Cities in Nature – Ecourbanism Landscape Architecture”, (2012), Giuseppe Scaglione
- “Premio per Tesi di Laurea” conferito dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici di Trento (2013) (ASSEGNATO)
- “XVI Premio tesi di laurea sull’architettura fortificata” – Istituto Italiano dei Castelli (2013) (PROGETTO SEGNALATO + Mostra a Cagliari)
- Presentazione della Tesi di laurea presso il teatro di Spormaggiore durante la giornata di apertura ufficiale di Castel Belfort. Partecipazione di autorità e cittadinanza. (2013)
- “Alla ricerca della Rovine” – Contest promosso dalla abacO per la ricerca di immagini/concept sulle trasformazioni e riutilizzi delle rovine (PARTECIPAZIONE)
- Pubblicazione articolo riguardante Castel Belfort sulla rivista PNAB (Parco Nazione Adamello Brenta) (2013)
- “Concorso Arca Baby Little Home 2.0”, (2013) (IV POSTO)- “Post-Quake Vision” - Concorso di progettazione promosso dalla YAC (Young Architects Competitions) per la riqualificazione del borgo medievale di Crevalcore, pesantemente danneggiato dal terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna nel 2012.
(2013) - Pubblicazione del progetto di “Riqualificazione del lungolago di Caldonazzo” sulla rivista “a” (n°3 – 2013)
- Concorso Premio Ambiente Euregio – Sez. Trentino – (2013) (PROGETTO SEGNALATO)
- Pubblicazione Abstract della Tesi “Interazione tra il moderno e l’antico: Progetto di recupero e riutilizzo dei lacerti murari di Castel Belfort” all’interno del periodico “Alps N°5 – Recycle, Redesign, Reshape, Rethink Ecological Design” (2014)
- Partecipazione alla CALL OP-POSITION (PRIN-REcycle Italy) con l’interpretazione del tema “Re-cycle è noto/innovativo” (2014) (pubblicazione prevista per il 21 giugno 2014
– Collana Aracne)
- Partecipazione al Concorso per “Tesi di Laurea riguardanti il territorio del B.I.M. Adige”, indetto dal Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento. (2014) (in corso)
- Partecipazione al Premio Aldegheri 2014 per Tesi di Laurea, indetto dal CITRAC (Circolo Trentino Architettura Contemporanea). (2014) (Pubblicazione Catalogo + Mostra)
- Partecipazione alla mostra itinerante organizzata dal DICAM (Dipartimento Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica) all’interno del progetto PRIN “Il Sarca e le Centrali Idroelettriche” nelle città di Pavia, Roma, Bolzano e Trento, con il progetto “Recupero e Riutilizzo della Centrale Idroelettrica di Prabi, Arco”. (2014)
- Esposizione della Tesi di Laurea “Interazione tra il moderno e l’antico: Progetto di recupero e riutilizzo dei lacerti murari di Castel Belfort” e del progetto di ricerca “Recupero di Malga Pradidali” alla Biennale di Architettura di Venezia (2014)
- Partecipazione al “Concorso di idee per la ricostruzione del bivacco f.lli Fanton sulle Marmarole (BL)” indetto dalla Sezione Cadorina del C.A.I. di Auronzo. (2015) – IN CORSO
- Partecipazione al concorso “La Capanna sull’Albero” promosso da Piemmeti SpA, in collaborazione con Arca (2015) – IN CORSO

Resta aggiornato sulle novità del mondo dell'architettura e del design

© Maggioli SpA • THE PLAN • Via del Pratello 8 • 40122 Bologna, Italy • T +39 051 227634 • P. IVA 02066400405 • ISSN 2499-6602 • E-ISSN 2385-2054
ITC Avant Garde Gothic® is a trademark of Monotype ITC Inc. registered in the U.S. Patent and Trademark Office and which may be registered in certain other jurisdictions.