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Natali building e Edificio A

MMAA Studio Manfroni & Associati

Natali building e Edificio A
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NATALI BUILDING, SUBDISTRETTO 8, La Spezia

L’importante area di una raffineria dismessa negli anni Ottanta del Novecento, a nord est del centro urbano della Spezia, è stata oggetto di una sequenza di complesse operazioni per la bonifica e la pianificazione urbana, con l’obiettivo di introdurre nuovi insediamenti a natura produttiva artigianale, terziaria e commerciale. Per le dimensioni assai rilevanti, l’area viene suddivisa in settori, i “subdistretti”, in modo da consentire di governare le trasformazioni con la definizione di progetti specifici per interventi affrontabili dall’imprenditoria immobiliare e dalle imprese di costruzioni. Il subdistretto 8 prevede edifici che si integrano in un nuovo polo terziario: tre edifici in linea paralleli, che si propongono di costituire un nucleo d’impronta unitaria, nella composizione architettonica, nella conformazione dei prospetti e nell’uso dei materiali, individuando tuttavia anche parziali elementi di diversificazione, come ad esempio nelle coloriture e nei diversi materiali della pelle. Il Natali building, la cui realizzazione si sta concludendo in questi giorni, indica idee di progetto, che procedono con delicatezza in un’area strategica: insistere sulle aree non permeabili della zona, instaurare una relazione colloquiale con la cornice vegetazionale e collinare sullo sfondo prospettico, determinare oggetti architettonici dotati di una rilevanza espressiva e di un profilo urbano. L’edificio dichiara l’intento di una ricerca qualitativa, nel proporre un assetto d’equilibrio fra gli elementi compositivi che si vengono ad accumulare, in un insieme unitario, formato di tasselli riconoscibili, in una sottile dinamica di relazioni e commistioni fra le parti. Un volume lineare, che esprime una decisa connotazione nell’andamento orizzontale, sui quattro piani fuori terra: è contrassegnato dall’evidenza dei solai come elemento marcapiano, linee in cemento a vista sul prospetto. Nelle fasce orizzontali, l’orditura di finestre e pannellature induce una trama complessa, un ritmo che si accentua ed accelera, mantenendo una sorta d’impronta modulare nella correlazione fra le singole finestre e le pannellature a variare in modo combinatorio le contrapposizione formale fra pieni e vuoti. Le correlazioni si movimentano, i settori che corrispondono ai pieni sono rivestiti di lastre in Laminam, materiale ceramico. Si tratta di una lastra ceramica rivoluzionaria di grande superficie (1000mm X 3000mm) dalle caratteristiche estremamente flessibili dallo spessore di 3 mm, versatile e brillante nelle colorazioni. Qui nel Natali building il Laminam scelto nella sua finitura Blend, spiccatamente materica, aggiunge una ulteriore vibrazione alla luce ad una scala ridotta; il colore nero è in sintonia con le fasce orizzontali a vista dei solai. Le finestre a modulo stretto sono dotate di sistema oscurante-filtrante esterno in lamiera microforata su telaio in alluminio e con apertura a libro, che nella disposizione chiusa permette di non alterare in maniera greve i rapporti cromatici nelle facciate, fornendo una sfumatura di grigio in sostituzione della brillantezza del vetro. Gli smussi angolari, più accentuati nel prospetto verso ovest, impongono un’architettura che accoglie caratteri di morbidezza filante, sottolineati dalle superfici finestrate che smaterializzano gli angoli; per contrasto, la tesa copertura del piano attico aggetta con vibrante forza sul filo di facciata nord-ovest: lo smusso dell’aggetto si assimila alla geometria angolare dell’edificio, ma nel contempo se ne distanzia, per l’evidenza materica del cemento armato a vista che connota l’intradosso. L’edificio si rapporta con due livelli di spazio aperto: il piano interrato si apre sul parcheggio al livello inferiore del terreno, una rampa esterna congiunge i due livelli, il piano terra apre l’ingresso principale in corrispondenza del parcheggio a nord verso la collina verde alle spalle. Al piano terra corre una loggia perimetrale coperta: l’edificio arretra verso la fascia a parete vetrata a tutt’altezza che contraddistingue il piano terreno. Nella dinamica delle variazioni di profondità fra i piani, le colonne in cemento armato strutturali si posizionano all’esterno della fascia vetrata, punteggiandone il ritmo, mentre nei piani superiori seguono il perimetro all’interno. Il nucleo centrale della pianta è lo spazio vuoto che contiene lo sviluppo delle scale, la cui forte presenza - segno geometrico e materico, nell’evidenza della struttura metallica e dei parapetti vetrati e delle linee contrapposte delle rampe - si intreccia con le pareti dei singoli ballatoi rivestite in legno dal colore caldo sullo sfondo della grande parete a tutt’altezza circa 18 m in cemento a vista vibrante. L’effetto chiaroscurale della grande parete è accentuato dalla luce naturale che dal grande lucernario che copre il corpo scale scorre lungo la sequenza di linee orizzontali ondeggianti del cemento faccia a vista realizzato con una matrice in gomma Reckli. Alla sera il gioco si inverte la luce artificiale proveniente da un piccolo giardino zen nel basamento illumina la grande superficie verticale.
Dopo aver percorso la grande scala scenografica, l’arrivo sulla terrazza del piano attico riserva un’altra sorpresa alle spalle la collina ricca di vegetazione boscosa e verso sud sullo sfondo la vista del mare.
La pianta libera e la concentrazione dei corpi scala, tre in tutto e dei servizi sull’asse centrale hanno permesso di ospitare diverse tipologie di luoghi di lavoro da quelle più classiche spesso caratterizzate da sistemi divisori trasparenti fino all’ufficio intelligente di nuova generazione con ampie aree dedicate al riposo meditativo.

Edificio A, SUBDISTRETTO 8, La Spezia

L’importante area di una raffineria dismessa negli anni Ottanta del Novecento, a nord est del centro urbano della Spezia, è stata oggetto di una sequenza di complesse operazioni per la bonifica e la pianificazione urbana, con l’obiettivo di introdurre nuovi insediamenti a natura produttiva artigianale, terziaria e commerciale. Per le dimensioni assai rilevanti, l’area viene suddivisa in settori, i “subdistretti”, in modo da consentire di governare le trasformazioni con la definizione di progetti specifici per interventi affrontabili dall’imprenditoria immobiliare e dalle imprese di costruzioni. Il subdistretto 8 prevede edifici che si integrano in un nuovo polo terziario: tre edifici in linea paralleli, che si propongono di costituire un nucleo d’impronta unitaria, nella composizione architettonica, nella conformazione dei prospetti e nell’uso dei materiali, individuando tuttavia anche parziali elementi di diversificazione, come ad esempio nelle coloriture. L’edificio A, la cui realizzazione si è conclusa all’inizio del 2013, indica idee di progetto, che procedono con delicatezza in un’area strategica: insistere sulle aree non permeabili della zona, in questo caso le precedenti aree di parcheggio, instaurare una relazione colloquiale con la cornice vegetazionale e collinare sullo sfondo prospettico, determinare oggetti architettonici dotati di una rilevanza espressiva e di un profilo urbano. L’edificio dichiara l’intento di una ricerca qualitativa, nel proporre un assetto d’equilibrio fra gli elementi compositivi che si vengono ad accumulare, in un insieme unitario, formato di tasselli riconoscibili, in una sottile dinamica di relazioni e commistioni fra le parti. Un volume lineare, che esprime una decisa connotazione nell’andamento orizzontale, sui quattro piani fuori terra: è contrassegnato dall’evidenza dei solai come elemento marcapiano, linee in cemento a vista sul prospetto. Nelle fasce orizzontali, l’orditura di finestre e pannellature induce una trama complessa, un ritmo che si accentua ed accelera, mantenendo una sorta d’impronta modulare nella correlazione fra le singole finestre e le pannellature a variare in modo combinatorio le contrapposizione formale fra pieni e vuoti. Le correlazioni si movimentano, i settori che corrispondono ai pieni sono rivestiti di lastre in Trespa, materiale composito in fibre di legno e resine, versatile e brillante nelle colorazioni, qui nell’edificio A in un bordeaux intenso ed elegante. Le finestre a modulo stretto sono dotate di sistema oscurante-filtrante esterno in lamiera microforata su telaio in alluminio e con apertura a libro, che nella disposizione chiusa permette di non alterare in maniera greve i rapporti cromatici nelle facciate, fornendo una sfumatura di grigio in sostituzione della brillantezza del vetro. Gli smussi angolari, più accentuati nel prospetto verso sud-ovest, impongono un’architettura che accoglie caratteri di morbidezza filante, sottolineati dalle superfici finestrate che smaterializzano gli angoli; per contrasto, la tesa copertura del piano attico aggetta con vibrante forza sul filo di facciata sud-est: lo smusso dell’aggetto si assimila alla geometria angolare dell’edificio, ma nel contempo se ne distanzia, per l’evidenza materica del cemento armato a vista che connota l’intradosso. L’edificio si rapporta con due livelli di spazio aperto: il piano interrato si apre sul parcheggio al livello inferiore del terreno, una scalinata esterna congiunge i due livelli, il piano terra apre l’ingresso in corrispondenza del parcheggio nel profondo spazio interstiziale fra gli edifici paralleli del subdistretto 8. Al piano terra corre una loggia perimetrale coperta: l’edificio arretra verso la fascia a parete vetrata a tutt’altezza che contraddistingue il piano terreno. Nella dinamica delle variazioni di profondità fra i piani, le colonne in cemento armato strutturali si posizionano all’esterno della fascia vetrata, punteggiandone il ritmo, mentre nei piani superiori seguono il perimetro all’interno. Il nucleo centrale della pianta è lo spazio vuoto a tutt’altezza che contiene lo sviluppo delle scale, la cui forte presenza - segno geometrico e materico, nell’evidenza dei parapetti metallici e delle linee contrapposte delle rampe - si intreccia alle pareti in cemento a vista, con lastre a finitura rugosa, quasi scavata. Colloquio di materiali per definire la percezione dello spazio baricentrico nell’edificio, da cui si dipartono longitudinalmente due brevi corridoi opposti, per l’accesso alle unità del piano tipo, di differenti dimensioni.

MMAA STUDIO MANFRONI & ASSOCIATI srl

Lo Studio Manfroni & Associati srl ha esperienze pluridecennali nel settore pubblico e privato, la sua attività è varia ed interessa differenti categorie di progettazione: architettura dal singolo edificio fino ad organismi urbani complessi, opere marittime, infrastrutture e paesaggio. Nel tempo l'attività dello studio si è indirizzata nella trasformazione di aree con differenti destinazioni d'uso con l'obiettivo di realizzare progetti di elevata qualità architettonica con costi controllati. I principali risultati sono stati un elevato grado di concretezza nell'operare e la realizzazione della maggior parte dei progetti pianificati.

Mario Manfroni si laurea in architettura a Firenze nel 1983 e nel 1986 alla Spezia fonda lo MMAA.

Patrizia Burlando nel 1990 si laurea in architettura a Genova, nel 1993 entra a far parte dello MMAA, nel 1997 si specializza in Architettura del Paesaggio e nel 2009 diventa dottore di ricerca. Dal 2011 è docente presso il DSA dell’Università di Genova.

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