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Museo Egizio

Isola Archtetti

Museo Egizio
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Museo Egizio - ELEMENTI CARATTERIZZANTI IL MUSEO EGIZIO - Il Progetto Architettonico, risultato vincitore nella gara internazionale bandita nel 2007 dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie, s’inserisce e prosegue la storia culturale dell’edificio Guariniano ne arricchisce e porta a compimento i significati e le funzioni che si sono succedute nel tempo: Collegio dei Gesuiti, sede dell’Accademia delle Scienze, Museo di Storia Naturale, Galleria Sabauda. Un accurato lavoro filologico e l’uso delle più avanzate tecnologie hanno permesso di portare alla luce i valori espressi dalla cultura sabauda anche aldilà dei propri confini. L’approfondimento della concezione originaria della fabbrica e delle sue  trasformazioni sono associate ad una concezione critica non banalmente conservativa del restauro: il processo ideativo nasce da un colloquio architettonico con i progetti di Guarini, Garove, Talucchi e Mazzucchetti.
Ai volumi storici dell’originario Museo e della preesistente Galleria Sabauda, recuperati e restaurati per le funzioni espositive, il progetto ha aggiunto tre nuovi piani, scavati al di sotto dell’area cortilizia, per dare ampio respiro ai servizi dell’accoglienza, alle centrali tecnologiche, a nuovi depositi e officine, ha ricercato altri spazi sopraelevando il fabbricato di via Duse per un suggestivo roof-garden, ha recuperato tutti i sottotetti per le più sofisticate dotazioni impiantistiche.
IL PERCORSO DI VISITA - Il visitatore attraversando la corte del Palazzo, entra nella “manica Schiaparelli” che ospita la biblioteca, la caffetteria e l’oasi del roof garden. L’accoglienza è al primo piano ipogeo con biglietterie, guardaroba, bookshop, laboratori, servizi, ecc. Ampi lucernari garantiscono luce naturale e continuità ottica con la corte. Veloci percorsi verticali – scale mobili per 24 metri di dislivello - portano il visitatore, accompagnato dal tracciato del Nilo, affascinante istallazione di Dante Ferretti, direttamente al più alto piano museale.
Il percorso di visita lungo circa due chilometri, avverrà poi “a pioggia” attraverso spazi variamente caratterizzati: alla sommità la grande arca di 40 metri su tre ripiani raccoglie e mette in mostra pezzi da collezioni per anni rimasti nei depositi. Sono state recuperate le tracce degli allestimenti succedutisi nel tempo, quello di Schiaparelli e quelli più discutibili, della Sabauda di Sanpaolesi. Lo scalone ottocentesco del Mazzucchetti, accuratamente restaurato, è stato esteso al piano ipogeo per riportare i visitatori ai servizi di uscita.
LE TECHE - Accanto alle lapidi e alle statue, gli eccezionali reperti che sono i veri protagonisti del museo
“galleggiano” dentro più di cento trasparentissime, essenziali, sofisticate teche che sono attento design dello studio Isolarchitetti. La ritrovata aulicità degli ambienti storici e l’essenziale modernità degli interventi sono i punti di forza del progetto architettonico che hanno permesso di attuare qui il nuovo “programma scientifico”.
IL RESTAURO Il restauro architettonico ed artistico del Museo ha restituito in alcuni ambienti del primo piano la facies più antica rinvenibile al disotto dei vari strati di pittura sovrammessi nel tempo, consentendo di ripercorrere alcuni stadi della vita del Palazzo-Museo.
Nella Galleria dei Sarcofagi, è stata riportata in luce e accuratamente restaurata la splendida decorazione della volta a “mezzo fresco” e risalente al 1825, con animali di ogni specie e motivi architettonici, testimonianza del Museo delle Scienze Naturali, qui ospitato dal 1802 al 1876. Allo stesso periodo risalgono i medaglioni dipinti e la finitura a marmorino, che restituiscono alle due grandi sale dell’ala su Piazza Carignano realizzata nel 1825-27 (arch. Talucchi), il loro imponente aspetto originario.
Anche nella Sala Epoca Tarda si è scelto di scoprire e restaurare la ricca decorazione della volta con capitelli e cornici arricchiti da festoni floreali e rondini che riquadra la volta celeste nella parte centrale. Nel Transetto di quest’ultima, il restauro ha valorizzato l’apparato decorativo
dell’allestimento “all’egizia” voluto da Ernesto Schiaparelli, Direttore del Museo dal 1893.
LE STRUTTURE - Le rilevanti opere strutturali hanno reso l’edificio, adeguato alle esigenze espresse dal nuovo museo e alle richieste della più recente normativa di settore compresa quella antisismica.
L’avvicinarsi con attenzione al costruito storico ha comportato un’estesa sperimentazione in campo per indirizzare le scelte progettuali, monitorare l’esistente, controllare le lavorazioni in svolgimento, verificare il risultato a opere concluse.
I tre anni e mezzo di cantiere hanno visto la delicatissima realizzazione in “top-down” dei piani ipogei nel cortile a ridosso e al di sotto delle facciate storiche, il rifacimento di gran parte del basso fabbricato in calcestruzzo su via Duse, le lavorazioni di demolizione, rinforzo e consolidamento delle murature e delle volte nei corpi originari di via Principe Amedeo e via Accademia delle Scienze.
I materiali sono stati: mattoni pieni (molto spesso recuperati dalle demolizioni) e malta di calce idraulica naturale; calcestruzzo (in buona misura con aggregato d’inerti leggeri) con armature in barre e reti in inox; acciaio per le carpenterie metalliche dei soppalchi pensili del riconquistato scenografico volume espositivo su via Accademia e per le strutture del “roof-garden”.
IL CANTIERE - La sfida certamente più impegnativa è stata quella di mantenere, per tutta la durata del cantiere, il museo aperto ai visitatori, senza spostare un solo reperto al di fuori del palazzo e senza perdere un giorno di lavoro nonostante non siano mancati imprevisti e sorprese.
IMPIANTI - L’impiantistica, ed in particolare la centrale di produzione energetica, è stata concepita e realizzata secondo i più recenti criteri della eco-sostenibilità con un impianto geotermico ad acqua di falda, nel rispetto dei criteri per la conservazione delle opere, del comfort e dell’integrità del manufatto edilizio.

Isola Archtetti - Lo studio Isolarchitetti, composto da Aimaro e Saverio Isola, Flavio Bruna, Michele Battaggia, Andrea Bondonio e Stefano Peyretti, raccoglie l’eredità dello studio Gabetti & Isola. L’esperienza e la sensibilità maturate negli anni si riversano nei nuovi interventi realizzati perlopiù in contesti di alto valore storico e ambientale, proseguendo l’esplorazione di una vasta gamma di temi architettonici: dalla abitazioni, alle chiese, agli uffici, agli spazi del commercio, dello svago e della cultura fino alla scala dell’allestimento e delle mostre.
Ai progetti alla scala architettonica si aggiungono progettazioni di aree vaste ad elevato valore paesaggistico, tema su cui lo studio matura attraverso molteplici consulenze per enti pubblici e committenti privati una specifica competenza riconosciuta in campo nazionale con pubblicazioni e premi. Queste aree comprendono comparti urbani, complessi residenziali, marine portuali, comparti produttivi, parchi e infrastrutture. www.isolarchitetti.it

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