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Casa a Morchiuso

Marco Castelletti Studio di Architettura

Casa a Morchiuso
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La sistemazione di una casa bifamiliare, costruita alla fine degli anni 70 sulle pendici delle colline che circondano la città di Erba, è l’occasione di ripensare la costruzione non solo in termini energetici con l’adozione delle odierne tecnologie per il contenimento dei consumi ma soprattutto per darle un nuova veste architettonica. La casa era stata concepita in origine con gli elementi ed i materiali legati alla tradizione, originariamente l’edificio, immerso in un contesto vallivo suggestivo orientato a sud, si presentava come un volume frastagliato coperto da un tradizionale tetto in tegole a più falde. Si decide di intervenire dando un carattere di nettezza compositiva all’insieme attraverso un’accentuazione volumetrica che porta la costruzione a definirsi in una forma elementare quale è il cubo. Pareti perimetrali dipinte di nero e sfondati bianchi articolano i fronti e fanno da base a una struttura di doghe in legno di larice che come un tessuto abbraccia visivamente e funzionalmente l’intero edificio. Lo scopo della ristrutturazione è stata anche la ricerca di una soluzione per rendere completamente indipendenti le due unità sia come accessi che come dotazione di parcheggi interrati, e per riorganizzare la distribuzione interna degli alloggi con il recupero del sottotetto. I lavori si protraggono durante tre fasi: durante la prima si è realizzata l’autorimessa interrata, nella seconda si sono svolti i lavori per la ristrutturazione dell’appartamento più piccolo, di circa 130 mq, dove i proprietari hanno vissuto per un anno e la terza dedicata all’appartamento più grande, di circa 230 mq. Fasi che si sono rivelate fondamentali poiché hanno consentito alla famiglia di spostarsi da un appartamento all’altro restando comunque ad abitare nella “casa-cantiere” per circa due anni. Dopo aver demolito la copertura a falde, le murature perimetrali esistenti sono state innalzate per poter recuperare il piano del sottotetto e realizzare un tetto piano.
La nuova copertura ha come limite le murature perimetrali più esterne della casa e, nella parte retrostante, il muro di contenimento del terreno; questo tetto definisce un grande piano quadrato, al quale sono state fissate le strutture metalliche verticali che sostengono la partitura del rivestimento in legno che perimetra tutti i lati della casa e la racchiude in un volume stereometrico. Il doppio ordine, formato dalle murature della casa e dalla griglia esterna di legno, genera degli spazi a doppia altezza, che rimangono come spazi di transizione tra i locali interni dell’abitazione ed il giardino esterno. Questa operazione ha consentito di ripensare concettualmente la genesi della casa immaginando di concepirla come un unico volume solido, di pianta quadrata, al quale sono state sottratte le parti dei portici e dei balconi. Tale concezione è resa evidente dal contrasto cromatico tra le pareti, nere a contatto con il perimetro del quadrato esterno della griglia in legno, e le pareti bianche degli sfondati dei portici e dei balconi. La ristrutturazione conserva la distinzione tra l’appartamento più piccolo, ad est, e quello più grande, ad ovest, organizzati su tre livelli, compreso il piano interrato, collegati da un sistema di risalita che affianca la scala a chiocciola ad un elevatore. Le unità abitative hanno ingressi contrapposti, sono organizzate con le zone giorno a sud al piano terra e le zone notti a nord ed al primo piano. Al primo piano, al di sopra della cucina dell’appartamento più grande, che occupa lo spazio che era l’androne aperto degli ingressi della casa originaria, è stata sospesa una stanza allagata, racchiusa dalle murature perimetrali e coperta da un lucernario vetrato scorrevole che durante le giornate di sole scopre la stanza lasciandola a cielo aperto. Questo ambiente inaspettato e nascosto rimane al centro della casa ed è accessibile al primo piano da entrambe le unità. Dalla stanza dell’acqua, dotata di un piccolo bagno turco, si può salire al tetto piano passando da una terrazza che si affaccia verso il porticato retrostante. Sul tetto piano sono stati inseriti gli impianti fotovoltaici e solari, la copertura vetrata mobile della piscina ed un solarium di legno dal quale si può godere dell’affaccio panoramico a sud verso i laghi. La trasformazione ha generato una nuova casa, nella quale il comfort ed il benessere possono essere percepiti nei vari ambienti che si affacciano verso il giardino ed il paesaggio e trovano un momento culminante di rigenerazione e di estraneamento nel luogo segreto: dal disimpegno dell’ultimo piano si apre una porta e un contrasto cromatico eccezionale seduce e attrae chiunque guardi. Sul fondo uno specchio d’acqua verde circondato da pietra grigio antracite, una piscina coperta o scoperta grazie a un grande serramento scorrevole su binari, un luogo caldo e accogliente dove trascorrere il tempo libero rilassandosi in piscina o nel bagno turco. Una stanza dell’acqua sospesa, nella quale si rimane in collegamento diretto con il cielo e le sue infinite variazioni legate al trascorrere dei giorni e delle stagioni.

Studio Marco Castelletti

Nei primi anni di attività ha vinto numerosi concorsi sul tema dello spazio pubblico, dai quali realizza le prime opere di riqualificazione di piazze e lungolaghi di diverse città e paesi. Si orienta anche verso la risoluzione di temi legati al paesaggio e luoghi di particolare interesse ambientale con la ricerca di un’architettura legata al contesto; nel 2000 realizza Villa X e Casa del Masso sul lago di Como, e nel 2003 il padiglione del lido del Segrino. Il riconoscimento a livello internazionale avviene nel 2004 con due premi AR+D Emerging Architecture presso il Royal Institute of British Architects Londra. Tra i premi ricevuti, nel 2006 la menzione d’onore al Premio Medaglia d'oro all'Architettura Italiana, la segnalazione al premio Architettura Alpina a Sexten e al premio Dedalo Minosse a Vicenza. Le sue opere sono state pubblicate su numerose riviste di settore e nel 2008 nel prestigioso libro della Phaidon Press Atlante Mondiale Architettura 21 secolo. Attualmente ha progetti in corso a Milano e New York.

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