Nel settore dell’interior design assume una rilevanza sempre maggiore il tema del rapporto tra la personalizzazione degli spazi e il budget definito dalla committenza: la sfida consiste nell’ottimizzare i costi senza compromettere la qualità architettonica. In questo contesto, un approccio di tipo sartoriale e la progettazione di spazi ibridi, che possano entrare in relazione con le differenti esigenze dei fruitori, rappresentano un valore aggiunto per riuscire a soddisfare le esigenze del cliente.
Queste tematiche di grande attualità sono state oggetto di dibattito in occasione dell’evento Around Design, svoltosi a Milano il 25 giugno 2024 e organizzato da THE PLAN in collaborazione con Atlas Concorde. La tavola rotonda ha visto la partecipazione di professionisti di primo piano, che rivestono ruoli diversi e complementari nella filiera del design e delle costruzioni: Ines Bovone di Coima Image, Francesco Motta e Valentina Aiolfi di Green Stone Sicaf, Giuseppe Rossi di Bizzi & Partners, Ranieri Lapi Gatteschi di Plan Studio, Gabriele Pelligrò di Artisa Group, Mauro Iantoschi e Andrea Giannitelli di Pasqualucci Impresa di Costruzioni e Maurizio Mazzotti di Atlas Concorde.
Dal confronto è emerso che la customizzazione gioca un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione del budget, ed è proprio la sartorialità a creare quel valore aggiunto che porta la committenza a incrementare gli investimenti. Il coinvolgimento del cliente nel progetto fin dalle sue prime fasi, inoltre, crea un legame unico con l’opera architettonica, costituendo così anche un’importante strategia di marketing per gli operatori immobiliari. Un ulteriore spunto interessante è l’attenzione crescente dei clienti alla qualità del processo nel suo insieme: dalla fase di acquisizione dell’immobile alla scelta dei fornitori, dal concept progettuale fino al completamento dell’opera.
Infine, dal punto di vista degli investimenti immobiliari l’ibridazione degli spazi ha un ruolo chiave in quanto amplia le possibilità di utilizzo permettendo agli edifici di essere vissuti “a ciclo continuo”, in ogni periodo dell’anno e in diverse fasce orarie. Ne sono un esempio i complessi residenziali cosiddetti microliving, che rappresentano una nuova tipologia edilizia build to rent, che interpreta un rinnovato modo di vivere gli spazi domestici. Queste unità abitative sono caratterizzate da dimensioni minime, ma si trovano all’interno di edifici multipiano dotati di numerosi servizi e sale comuni multifunzione, utilizzabili liberamente dagli abitanti del complesso.
La sartorialità e l’ibridazione degli spazi sono dunque delle strategie vincenti che permettono di creare ambienti unici e accoglienti, capaci di rispondere alle esigenze del mercato e della società. La chiave del successo risiede nell’equilibrio tra la standardizzazione e la personalizzazione.
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