Il ciclo di talk della seconda edizione del Cortina Design Weekend ha aperto con i Dialoghi a cura di Dolomiti Contemporanee, realtà che opera nel territorio delle Dolomiti, nella volontà di individuare siti ammalorati e abbandonati, per recuperarli e rigenerarli. Nata nel 2011 dall’idea di Gianluca D’Incà Levis, che ne è l’attuale curatore, Dolomiti Contemporanee punta alla rifunzionalizzazione di siti che hanno perso la loro identità originaria e a tal fine si occupa della creazione di una rete collaborativa tra tutti gli attori, comprese le pubbliche amministrazioni, che operano nel territorio.
É proprio questa visione di unione, di senso di squadra e di relazioni che ha improntato tutto il talk. Ambienti di formazione, termine mutuato dalla geologia, indica l’insieme formato da un luogo e da tutte le condizioni al contorno che hanno portato alla nascita di una particolare formazione geologica.
Questo concetto viene quindi metaforicamente trasposto a tutto ciò che determina la nascita di immaginazione, come può per esempio essere una scuola, la mente di una persona, un gruppo di lavoro. Contemporaneamente il dialogo vuole fare ragionare sul concetto di paesaggio, inteso proprio come faceva Edoardo Gellner: l’unione tra l’ambiente naturale e l’azione dell’uomo sullo stesso.
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In quest’ottica di costruzione di relazioni sono intervenuti gli ospiti del talk: Simone Sfriso, co-fondatore di TAMassociati, Daniele Lago, Chief Executive Officer e Head of Design di LAGO, e Massimo Barbierato, fondatore di Massimo Barbierato Studio.
La conversazione si è incentrata sul valore del design, della bellezza, dell’etica e sul ruolo per la contemporaneità di architetti e designer. L’architetto Sfriso ha infatti evidenziato come il futuro sia diventato un luogo di grandi incertezze, che pone di fronte alla necessità di operare grandi cambiamenti. Non è più il luogo delle “magnifiche sorti e progressive”, per citare Leopardi, ma un luogo che implica grandi cambiamenti e la messa in crisi degli schemi di progresso su cui abbiamo regolato le nostre azioni.
Daniele Lago, riconducendosi al concetto di liquidità proposto da Zygmunt Bauman, concepisce il design come un sistema a tutto tondo in cui vi è l’interazione e l’unione tra tutto: materia, natura, uomo, tecnica. Questa la chiave per la crescita sinergica e per affrontare la contemporaneità in ottica di progresso.
Anche Massimo Barbierato ha incentrato il suo intervento sul tema della collaborazione: essa nasce dalla presa di coscienza della propria fragilità, la quale deve porre in crisi il senso del progetto e del design. Forte della propria esperienza come docente presso lo IUAV di Venezia e l’Università di San Marino, l’architetto propone nuovi modelli scolastici e di insegnamento che non siano mirati alla ripetizione delle proprie convinzioni, ma alla messa in crisi delle stesse. Compito del designer è mettere al centro del proprio progetto non l’essere umano, con una tipica visione antropocentrica, ma l’ecosistema. Il nuovo Rinascimento si basa sulle relazioni tra ogni essere vivente con la natura, con se stesso, con gli animali e con il cosmo: sassi, piante, microbi, persone, bambini sono quindi tutti su una stessa linea orizzontale, allo stesso livello.
La creazione di relazioni tra il tutto e tra tutti è quindi lo scopo del pensiero del designer, visione condivisa da Dolomiti Contemporanee, che propone una rigenerazione basata su una fitta rete di relazioni.
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Photography by Teresa De Toni and Chiara Beretta, courtesy of Cortina for Us