Ci sono spazi a Milano che sono codificati dal tempo e dalle regole e che si distinguono quasi a divenire dei luoghi a sé stanti, capaci di vivere una vita propria ed essere presenti nell’immaginario collettivo sebbene non tutti li possano frequentare o vivere giornalmente. Sono elementi della città che hanno una propria caratteristica e che diventano simbolici per alcune particolarità uniche, che li rendono riconoscibili e identificabili non solo nelle nostre mappe mentali, ma pure nei vari supporti che ci fornisce la realtà virtuale. Uno di questi luoghi è “Vittor Pisani”, talmente noto che praticamente nessuno si ricorda che è una “via”, anche perché, costruita un centinaio d’anni fa sull’asse mediano della Stazione Centrale del capoluogo lombardo, è forse una delle strade più larghe esistenti in città. Un po’ fuori scala, con le sue sei corsie automobilistiche, questa via rappresenta l’idea di città moderna e perfetta, con il suo rettifilo segnato da portici altissimi (nove metri) e facciate che disegnano una cortina continua che lambisce i 31 metri d’altezza. Uno scenario che per decenni ha fatto da sfondo a molte pubblicità e che è servito da set per numerosi film italiani. Un proscenio perfetto che raccontava una Milano che attualmente non c’è più, perché si è evoluta e trasformata, come è avvenuto per tutta l’Italia. Il progetto sviluppato da tectoo, lo studio milanese con respiro internazionale che vede uniti dal 2015 i due partner Susanna Scarabicchi e Andrea Peschiera, è uno dei tasselli di questo interessante quadro in movimento.
L’edificio terziario di nuova costruzione “Vittor Pisani 22” è una risposta contemporanea che bene interpreta l’evoluzione della città lombarda, sempre più attenta alle...
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