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L’architettura si fa caleidoscopio di colori

Negozio e spazio espositivo

Louis Vuitton

L’architettura si fa caleidoscopio di colori
Scritto da Redazione The Plan -

Arte, memoria storica e architettonica, design e alta moda: il nuovo negozio con spazio espositivo di Louis Vuitton a Milano è un mosaico di tutti questi tasselli, che dopo decenni di inattività ha ridato vitalità all’ex garage Traversi di via Bagutta. Ospitato all’interno di un edificio in stile razionalista di Giuseppe De Min, è stato restituito alla comunità con questa nuova funzione, nel rispetto dell’esistente e con l’intento di preservarne e di esaltarne la storicità degli anni Trenta con soluzioni strutturali e cromatiche innovative. La casa di moda fondata nel 1854 a Parigi ha infatti trovato qui la propria sede temporanea in attesa della conclusione dei lavori di ristrutturazione della sua sede di palazzo Taverna in via Monte Napoleone: per i clienti un’esperienza di acquisto di prodotti di pelletteria, di valigeria e di articoli da viaggio, ma anche di tessuti, accessori, abbigliamento e calzature in uno spazio che può essere paragonato a una vera e propria galleria d’arte, tra foto d’archivio, quadri e arredi vintage. Lo spazio ha accolto e accoglierà una serie di installazioni in grado di mettere in relazione prodotti, architettura e allestimenti temporanei. Primo tra questi, quello ispirato all’arte e ai motivi ricorrenti di Yayoi Kusama, artista giapponese oggi considerata tra le più influenti a livello internazionale che ha trasformato gli “Infinity Dots”, pois colorati, e le zucche, nella sua fonte di ispirazione privilegiata. Entrambi questi elementi, dalle tonalità sgargianti e con uno stile caleidoscopico che ha portato l’artista classe ’29 a farsi apprezzare un po’ da tutte le generazioni, sono stati i protagonisti dell’allestimento con cui è stato inaugurato il nuovo spazio, una destinazione a pochi passi da piazza San Babila che, da un punto di vista simbolico, rappresenta anche la rinnovata collaborazione tra Kusama e la maison. Il primo scambio artistico risale al 2012, anno in cui hanno avviato un intreccio di savoir-faire, innovazione ed estro creativo ora ripreso anche nell’interior design. 

Negozio e spazio espositivo | © Stephane Muratet courtesy Louis Vuitton Nella definizione del nuovo concept grande importanza è stata data alla conservazione della struttura preesistente, come nel caso delle travi a ventaglio in cemento armato.

Tale esperienza immersiva si è sviluppata al piano terra della struttura e ai due piani superiori, allestiti rispettivamente per ospitare le collezioni femminili, le installazioni temporanee e le collezioni maschili; ciascuno ben riconoscibile per la predominanza di tonalità differenti. Il piano intermedio è stato dedicato a esposizioni dal carattere prettamente artistico e culturale, che entrano in dialogo con gli spazi retail dando vita a una valorizzazione reciproca, come è successo con i prodotti della collezione Louis Vuitton x Yayoi Kusama o, nel periodo successivo, per le sneakers LV Trainer. In questo secondo caso, la mostra White Canvas: LV Trainer in Residence ne ha infatti proposto tre reinterpretazioni artistiche in edizione limitata a cura di Lady Pink, Lee Quiñones e l’Estate of Rammellzee.

Negozio e spazio espositivo | © Stephane Muratet courtesy Louis Vuitton Il piano terra, dedicato alle collezioni femminili, è ben riconoscibile per i suoi gialli e rosa, mentre il terzo piano, allestito con i capi e gli accessori del catalogo maschile,  è dominato dal blu klein.

La fusione di questi due mondi, moda e arte, è riuscita talvolta a evadere anche all’esterno dell’edificio, diventando tangibile già dalla piazza adiacente, come nel caso dell’allestimento in omaggio a Kusama: le vetrine del piano terra hanno saputo illuminare la via con la loro dicotomia giallo-nero e con i capi in mostra, le finestre del primo piano hanno replicato la fantasia a pois, mentre il terrazzo è riuscito ad attirare lo sguardo dei passanti con le sue enormi zucche. Queste, alter ego dell’artista giapponese e del suo gusto per la ripetizione dei suoi simboli, si sono per un certo periodo moltiplicate poi anche sulle collinette di San Babila firmate dall’architetto e urbanista Luigi Caccia Dominioni: è qui che sono state infatti installate temporaneamente alcune zucche in vetroresina, a ribadire la complementarietà tra arte, moda e tessuto urbano. La relazione con gli artisti è nel dna di Louis Vuitton: sono loro a ispirare la creazione di nuove collezioni, rendendo la maison una casa di moda e di cultura e portando avanti, attraverso le opere stesse, quel valore del viaggio già presente all’epoca della sua fondazione.

Luogo: Milano
Committente: Louis Vuitton
Completamento: 2022
Progetto degli interni: Louis Vuitton 

Fotografie: Tutte le immagini courtesy Louis Vuitton

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#Stephane Muratet  #Milano  #Italia  #Edificio commerciale - Retail  #Europa  #2023  #Louis Vuitton  #Interior Design & Contract 

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