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Everson Museum of Art, colori e chiaroscuro

Con una ricchissima donazione di Louise Rosenfield

MILLIØNS

Everson Museum of Art, colori e chiaroscuro
Scritto da Redazione The Plan -

Visione, generosità, condivisione e futuro: c’è tutto questo, ma non solo, alla base del progetto firmato dallo studio MILLIØNS per l’ala est dell’Everson Museum of Art di Syracuse, nello Stato di New York, il museo firmato dall’architetto cinese Ieoh Ming Pei e completato nel 1968. Partito con la vittoria del concorso per la realizzazione di un nuovo bar per la struttura, il lavoro di MILLIØNS si è infatti ben presto ampliato a tutta l’ala est dell’edificio, così da permettere un migliore e più vasto accesso a tale istituzione, che rappresenta un’importantissima collezione permanente di opere ceramiche. Il museo Everson ospita infatti più di diecimila opere d’arte, tra dipinti, sculture, disegni, video, opere grafiche che hanno segnato la storia della ceramica americana e internazionale.

Nel 2019, lo studio MILLIØNS ha dunque vinto un primo concorso per la progettazione del bar cafè del museo, chiamato Louise Cafè: il suo nome è un omaggio alla visionaria collezionista di ceramiche Louise Rosenfield che, una volta venuta a conoscenza del progetto, ha proposto la donazione della sua immensa collezione di oltre quattromila opere, a patto di renderle fruibili concretamente a tutti i clienti del locale. Il suo sogno è stato fin da subito quello di un luogo dove il suo patrimonio potesse essere a disposizione di un elevato numero di persone; un desiderio che si è potuto realizzare in una perfetta simbiosi tra arte ceramica e gastronomia. Le migliaia di oggetti messi a disposizione dalla collezionista, inoltre, fanno sì che ogni visita al Louise Cafè sia una sorpresa un po’ diversa dalla precedente, offrendo un’esperienza immersiva tra linee architettoniche, luci e ombre all’avanguardia e innovative, frutto dell’abilità dei progettisti Zeina Koreitem e John May. Da qui, poi, i due designer hanno rilanciato con un’ulteriore idea, proponendo di ridisegnare l’intera ala est del museo, puntando sul concetto di apertura e di maggior fruibilità.

 

La lezione di Pei e il Louise Cafè

Everson Museum of Art, MILLIØNS © Iwan Baan, courtesy of MILLIØNS

Nel loro lavoro, i progettisti hanno tratto ispirazione dall’opera brutalista dell’architetto Pei, padre del museo, e ancor più dagli intensi contrasti di luci e ombre degli interni. Quest’ultima caratteristica è particolarmente evidente nell’ala est, dove la luce naturale riesce a filtrare in modo da creare un effetto chiaroscurale ancora più sofisticata rispetto al passato grazie all’introduzione di materiali e di superfici in grado di moltiplicare il riflesso e la rifrazione della luce stessa.

Ma il bar è anche contraddistinto dalla varietà e dalla vivacità dei colori delle ceramiche, facilmente visibili e raggiungibili dai clienti grazie a due scaffali a tutta altezza vetrati che, appunto, mettono in risalto i manufatti di Louise Rosenfield.

 

Ripensare gli spazi per i visitatori del museo

Everson Museum of Art, MILLIØNS © Iwan Baan, courtesy of MILLIØNS

L’ala est del museo ha storicamente avuto una doppia funzionalità, con un piano superiore accessibile al pubblico e uno inferiore dedicato allo staff. Nel progetto di MILLIØNS, invece, anche il piano inferiore ha assunto un ruolo semi-pubblico, a disposizione di eventi, esibizioni; realizzando al contempo nuovi spazi, una nuova biblioteca e uffici per il personale. Il legame tra l’ala est e il Louise Cafè è stato trovato proprio nella presenza delle opere della collezionista. Tuttavia le variazioni rispetto al progetto originale di Pei risultano essere davvero minime e sobrie, nel rispetto della sua tradizione.

 

Le parole degli architetti

Everson Museum of Art, MILLIØNS © Iwan Baan, courtesy of MILLIØNS

«Ci piace produrre tensioni tra materiali pesanti e monolitici e materiali leggeri e sottili – hanno raccontato i progettisti –. Abbiamo adottato un approccio per così dire eliocentrico: tutti i colori, le superfici e i materiali sono stati scelti per esaltare la luce naturale proveniente dall’esterno. Il nostro lavoro si avvale spesso di sfumature e di tavolozze simili a quelle dell’arcobaleno. Ci piace lavorare con il colore come una sorta di finitura volumetrica piuttosto che come strato secondario o superficiale. La tavolozza del museo è molto molto più dinamica di quanto si possa pensare».

Location: Syracuse, NY, USA
Architect (adaptive reuse): MILLIØNS (Zeina Koreitem & John May)
Area: 15,000 sqft
Completion: 2024

Photography by Iwan Baan, courtesy of MILLIØNS

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